Dopo l’ultima, movimentata, seduta consiliare abbiamo incontrato il Presidente del Consiglio Comunale di Siderno, Paolo Fragomeni. Gli abbiamo rivolto  alcune domande:

D) Paolo Fragomeni ci vuole fare un resoconto dell’ultima seduta consiliare dove grazie al suo voto decisivo è stato approvato il bilancio ?

R) Per fortuna siamo riusciti ad approvare il bilancio, dopo i rilievi fatti dal consigliere di minoranza Pietro Sgarlato. Era doveroso approvarlo, non solo per evitare il commissariamento ma perché la città ha bisogno di avere tutti gli strumenti idonei per uscire dalla situazione in cui si è venuta a trovare.

D) Ci si aspettava uno scossone politico nella maggioranza , qualcuno parlava di dimissioni di qualche assessore o addirittura di un rimpasto politico ?

R) Eravamo consapevoli di poter trovare tanti ostacoli. Il compito della maggioranza era quello di portare fuori dalla crisi e dal dissesto il Comune e sono sicuro che da quel momento in poi la musica cambierà. Con il dissesto non abbiamo potuto accedere a mutui o mettere mano alla pianta organica. La maggioranza è coesa. Il segretario comunale nell’ultima seduta consiliare dedicata al bilancio ha spiegato i motivi che ci hanno indotto, nostro malgrado, a rinviare il consiglio comunale. Credo che l’assessore al bilancio Giovanni Lanzafame abbia poche responsabilità.

D) Il mancato rilascio alla sua persona della tessera del Pd come lo interpreta ?

Lo leggo come un mero atto di ritorsione nei miei confronti da parte della segretaria cittadina del Pd  Mariateresa Fragomeni per “punirmi” del fatto di non essere uno “yes man”. Io ho sempre rivendicato e rivendico una mia autonomia di pensiero, pur nel rispetto delle regole interne del partito, che io non ho mai, in alcun modo, disatteso. E’ una forzatura, è una sorte di vendetta politica. Mi dispiace che si sia verificato questo fatto perché la mia predisposizione rimane sempre quella del dialogo e della mediazione ma mi rendo conto che ormai gradualmente ed inesorabilmente questo partito sta modificando il proprio Dna . Un partito che doveva essere inclusivo, democratico, aperto, dialogante sta diventando sempre più un partito chiuso in se stesso, spesso arrogante, privo di una progettualità politica. Manca un progetto politico, basta guardare in giro per rendersi conto delle conflittualità esistenti (la stessa situazione di Siderno la potrà trovare a Locri, Roccella, Caulonia, Bianco) e tutto questo succede perché non c’è  un “collante” che possa tenere insieme le persone e le varie sensibilità. Mancando questo “collante” le differenze portano allo scontro personalistico.

D ) E quindi ?

R) E quindi l’avermi negato la tessera del Pd è un vero e proprio abuso. Le dico questo: l’articolo 7 dello Statuto del partito, non solo non contesta la possibilità di una differenza di pensiero interno, anzi fa delle stesse  un valore, un patrimonio, cosa che sfugge evidentemente alla nostra segretaria cittadina o agli organismi provinciali e regionali soprattutto quando si accaniscono contro chi, come me, esprime autonomamente le proprie idee all’interno del partito. Lo statuto valorizza le differenze di pensiero, non le condanna, a rigor di statuto io non ho fatto mai nulla contro il partito, vengo rimproverato perché sto appoggiando l’attuale amministrazione comunale con il mio voto determinante in consiglio comunale. Su questo aspetto voglio dire che sono “orgoglioso”  di essere considerato “l’ago della bilancia”. Io mi sono candidato, su richiesta della mia segretaria, avevo messo come unica condizione il fatto di poter concorrere alla pari con tutti gli altri candidati, ho proposto a suo tempo alla segretaria Fragomeni l’inserimento in lista Pd dell’attuale vicesindaco Anna Romeo, non mi è stato detto di no. Quindi la mia è stata una candidatura di servizio, ora è strano che il sottoscritto come chiunque altro, possa si entrare in lista ma poi non possa concorrere, alla pari degli altri, per occupare posti di responsabilità. Posto di responsabilità quale quello di presidente del consiglio che mi è stato attribuito dal civico consesso  che è sovrano in materia essendo la mia  una figura istituzionale che sfugge ai diktat politici . La segretaria Fragomeni, quando le si proponeva di accettare l’incarico di vicesindaco,  aveva avuto l’occasione di mettere al centro il Partito democratico ma per ragioni che ancora oggi mi sfuggono pienamente non ha ritenuto di doverlo fare. Oggi ha condotto il suo partito in una posizione di isolamento e di inefficacia sul piano amministrativo. La stesso taglio politico che il partito democratico, insieme ad altre forze politiche, ha voluto dare  alla discussione sul bilancio nell’ultima seduta  è stato di tipo formalistico – burocratico sulle procedure del bilancio, senza mai entrare nel merito dello stesso.

D) Qualcuno ha chiesto le sue dimissioni come chiesto da qualche componente del Pd ?   

R) Assolutamente no. Chiedere le mie dimissioni rappresenta una sciocchezza. Non sono corresponsabile del rinvio della seduta consiliare. Il presidente del consiglio comunale ha precisi compiti e doveri di funzionamento e vigilanza, riunisce le commissioni consiliari che mai come in questo periodo stanno funzionando in modo encomiabile, rappresenta l’istituzione nelle sedi opportune. Ma lo stesso non è responsabile delle procedure che portano all’approntamento degli incartamenti e delle proposte di delibere. D’altra parte  non avrei certamente potuto convocare il consiglio comunale senza una proposta di delibera corredata dal parere dei revisori dei conti che, come sappiamo, ormai è ben noto a tutti, è stata la vera causa per cui si è stati costretti a rinviare il consiglio comunale. Se il collegio dei revisori avesse per tempo trasmesso il parere, noi avremmo potuto tranquillamente svolgere il consiglio comunale nei termini previsti per legge senza incorrere nel ritardo che poi ha causato tutte queste polemiche.

Antonio Tassone