R. e P.
Nel gruppo dei poeti che si ,è soliti definiti scapigliati , oltre a quello di Boito spicca il nome di Emilio Praga . Arrigo Boito è uno scrittore dotato di una tecnica particolare fra la più notevoli del suo tempo . La sua fama è legata soprattutto all’attività di librettista : suoi infatti sono i libretti delle due più importanti opere del tardo Ottocento : l’Otello e il Falstaff di Giuseppe Verdi . Amico di Boito e di altri scrittori milanesi , Emilio Praga e in un certo senso lo stereotipo dello scrittore scapigliato .Al contrario di Boito , che fu acclamato in vita e morì senatore del Regno D’Italia in tarda età, Praga si spense trentaseienne ,ficcato della tubercolosi e dall’abuso di alcol e di dogre , dopo un’esistenza travagliata . Come quella degli altri scapigliati , la sua figura è complessa e poliedrica : oltre a quella della poesia , tento con buoni esiti quella della pittura , scrisse un romanzo e altre opere teatrali .
La produzione poetica di Praga , molto ampia se commisurata alla sua breve vita , mostra tutti i punti di forza e tutti i limiti della Scapigliatura. Pregi e difetti della poesia di Emilio Praga sono ben visibili nella sua opera- Penombre . Nei suoi momenti migliori rivela un ‘apertura europea e un ‘originalità di accenti che anticipano alcuni tratti della poesia italiana d’inizio secolo , soprattutto quella dei crepuscolari . Ma quasi mai questi risultati sono limpidi , perchè il discorso in apparenza rivoluzionario di Praga si serve di un linguaggio e di un codice poetico ancora fortemente legati alla tradizione , anche alla retorica poetica nazionale . In poche parole , troppo spesso dalla sua poesia si riceve l’impressione all’insincerità , del maledettismo come posa e anche un’eccessiva dipendenza dai modelli francesi , soprattutto da Baudelaire , che Praga riprende quasi alla lettera .
Professore Vincenzo Bruzzaniti

                    