Francesco Marrapodi

Samo, R C.
Non è un mito. Non è un’eco perduta nel tempo. È una verità pulsante, nascosta nel cuore selvaggio dell’Aspromonte. Là, dove il silenzio è sacro e il tempo non cammina, due sorgenti leggendarie custodiscono un segreto che sotto certi aspetti sfida la scienza. Sono le fonti di Pizzica e Calamaci – perle liquide vegliate dalla montagna dacché hanno memoria gli uomini. Non si tratta di semplici acque ma di linfe primordiali, di pure elisir di giovinezza.
Pizzica è un dono della terra, un’acqua naturale dalle virtù quasi mistiche: diuretica, lenitiva per gastriti, disintossicante del fegato, nemica giurata del diabete e perfino capace di sciogliere i cristalli della gotta. È come se l’anima della montagna stessa si distillasse in quelle gocce, regalando al viandante non solo ristoro, ma rigenerazione.

Le antiche cronache raccontano che un tempo le acque di queste sorgenti venivano incanalate in condotti di terracotta fino a raggiungere la favolosa Samo di Magna Grecia. Oggi la leggenda danza con la realtà attorno a esse: si parla infatti di miracoli silenziosi, di pellegrinaggi segreti, di anziani, bevitori delle stesse, dallo sguardo lucente e che giurano di sentirsi forti ed energici come leoni.

E poi c’è Calamaci: acqua sottile come l’aria e leggera come un sussurro. Una sorgente nascosta tra gli anfratti rocciosi, che per secoli ha dissetato pastori, pellegrini e – si racconta – anche briganti. Fu infatti rifugio della leggendaria banda di Nino Martino, che da quella fonte beveva come si beve da un patto con la natura. Anche qui la medicina della terra si fa realtà: difatti, chi soffre di pressione alta trova sollievo in questa fonte, chi cerca purezza trova giustizia.

Oggi, in un’epoca in cui si inseguono formule miracolose nei laboratori, Samo ci ricorda che la vera magia scorre ancora dalla terra. Che la salute non si fabbrica, ma si ascolta. Basta saper cercare. Basta lasciarsi guidare.

E forse, davvero, l’elisir di lunga vita è sempre stato lì. A pochi passi dal cielo, nel cuor cuor dell’Aspromonte.