Donne e uomini, coniugi o single (addirittura qualche nonno) tutti al night, in abito da cerimonia oppure stile casual, intrisi/e di sudore, con monili in forma di bracciale o catene che, addirittura, per attirare l’attenzione ballano a petto nudo o anche in costume da bagno lasciando intravedere le loro grazie. Quasi tutti con una mezza bottiglia di birra in mano, con un negroni, un mojito, un salty Dog, un knockout. Altri “snob” più qualificati, nei loro privè, bevono a turno festanti, da raffinate bottiglie da collezione al modico prezzo di € 100, superalcolici di marca come whisky o brandy o vodka. Una parte di giovani, al mattino, finiranno poi ubriachi, sull’orlo del coma etilico, trasportati al pronto soccorso . Ubriachezza di massa, schiamazzi notturni, musica ad altissimo volume, abbrutimento. Uno spettacolo che purtroppo coinvolge sempre più spesso piccole pattuglie di ragazzi locridei sotto i sedici anni, cui i loro genitori delegano “fiducia”. E poi all’interno del locale esibizioni di gay & lesbian, frastuoni di pop e rock, fumo vietato e tanto altro ancora. Altro che “movida”, a Roma direbbero “deboscia”. Significa “depravazione” dei costumi”. Per loro, però, non provo invidia, è il loro modo di divertirsi anche se personalmente preferisco sedermi su una comoda poltrona di casa, versarmi un piccola quantità di gin in un bel bicchierone ricolmo di ghiaccio, aggiungerci un filo sottilissimo di Martini Dry, shakerare, ed …..ascoltare musica “soft” in sottofondo.
Antonio Tassone