Una indagine avviata dalla Squadra Mobile di Milano ha portato alla scoperta di un presunto gruppo criminale specializzato nel traffico di cocaina con nei comuni di Turbigo e Magenta, sempre nel milanese.
Secondo gli inquirenti a capo vi sarebbe un 47enne italiano originario di Cuggiono, ma che da alcuni anni vive stabilmente a Malaga, in Spagna, dove, avrebbe anche avviato delle attività commerciali.
La tesi è che per perfezionare i traffici di droga, si sia avvalso della collaborazione del figlio 22enne, che avrebbe agito godendo anche della protezione fornitagli da alcuni pregiudicati calabresi legati al padre e anch’essi intranei all’associazione, alla quale avrebbero garantito stabilità e continuità nella sua attività, reprimendo, anche con la violenza alcuni comportamenti infedeli.
Il pestaggio a Tenerife
Emblematico, in tal senso, un violento pestaggio, avvenuto a Tenerife nell’aprile del 2022, ai danni di un pusher reo di non avere consegnato del denaro guadagnato vendendo la cocaina sulla piazza di Turbigo, e che aveva accumulato un debito di 8 mila euro, poi saldato dal padre per evitargli altre e più conseguenze.
Rilevante è la stima degli affari illeciti che avrebbe gestito proprio il gruppo di Turbigo, che per movimentare il denaro dall’Italia alla Spagna si sarebbe avvalso di alcuni cittadini cinesi che faceva ricorso al metodo “hawala”, ottenendo in cambio commissioni pari all’1,5% della somma trasferita fraudolentemente, si stima oltre 1 milione e 400 mila euro solo nel periodo da maggio a ottobre 2021.
Il traffico di hashish
L’indagine ha disvelato un’ulteriore cellula criminale, attiva nel traffico di hashish proveniente dalla Spagna. A riscontro degli ingenti quantitativi commercializzati viene evidenziato un sequestro di 440 kg di hashish avvenuto a Vimercate nel settembre del 2021, con l’arresto di un italiano residente in Brianza e ritenuto promotore dell’associazione.
Le armi sequestrate
Sempre indagando su quest’ultimo sodalizio, sarebbe emerso anche un traffico di armi acquistate ed importate dall’area dell’ex Jugoslavia. Una attività riscontrata da un importante sequestro, anch’esso risalente al 2021, quando nel novembre di quell’anno un italiano fu arresto dopo esser stati colto in flagranza della detenzione di cinque Kalashnikov Ak47, di silenziatori, quattro pistole semiautomatiche, sei granate ed oltre 800 munizioni di vario calibro.
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