Detenzione e traffico di stupefacenti, possesso di armi da sparo comuni e da guerra. Queste le accuse a vario titolo contestate a sette persone finite oggi in arresto e che, secondo gli inquirenti, avrebbero gestito una vera e propria base logistica con modalità mafiose, garantendo “un forte legame di mutuo soccorso”, così come messo nero su bianco dai Carabinieri.
Ma non solo: documentata anche l’erogazione di un sostegno economico alle famiglie dei carcerati, e la copertura delle spese legali e processuali che coinvolgevano i membri del sodalizio.
Sono stati i militari di Locri a coordinare gli interventi in terra calabra dell’Operazione Knockout che ha coinvolto sette soggetti ritenuti vicini al clan Carbone-Gallone di Trinitapoli, in Puglia.
Un’inchiesta, questa, svolta prevalentemente tra Trani e Foggia, dove le attività, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, si sono focalizzate dal 2019, a seguito di un’ulteriore operazione, denominata Nemesi, che aveva già coinvolto due degli odierni indagati.
Uno di loro si trovava a Siderno, dove è stato individuato e raggiunto dai militari.
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