R. e P.

In quel pomeriggio del 19 luglio 1992 non fu solo il giudice Paolo Borsellino a pagare con la vita la sua battaglia per conto dello Stato contro la mafia. Insieme a lui morirono cinque agenti della scorta: Agostino Catalano (capo scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, una donna con una storia speciale.

In presenza di autorità civili e militari, associazioni e numerosissimi cittadini, è stato “un momento di ricordo toccante, intenso, che ha coinvolto ed emozionato tutti i presenti. La forza la grandezza del sacrificio di Emanuela Loi, prima agente donna della Polizia di Stato caduta in servizio, vittima innocente della strage di via D’Amelio è stata un simbolo di coraggio, di dedizione allo Stato, di impegno silenzioso e determinato. Il suo esempio continua a parlare alle nuove generazioni e a illuminare il cammino. Un momento di comunità e memoria collettiva, perché il sacrificio di Emanuela non sia mai dimenticato, e continui ad essere seme di consapevolezza e di impegno per un futuro libero da ogni forma di violenza e sopraffazione. Grazie all’associazione “Donne a confronto” per questo momento intenso e per l’importante contributo che offre alla crescita socio-culturale del nostro paese”. Ha attestato energicamente il Sindaco di Melito Porto Salvo, Annunziato Nastasi.

Teresa Crea, Presidente dell’associazione culturale “donne a confronto” che, con pulsante passione, in ogni momento della serata, ha abilmente creato momenti di raccoglimento. A tal proposito, Nicolas Panzera ha declamato l’emozionante tema svolto da Noemi Sapone agli esami di Stato dal titolo: “I giovani la mia speranza” in ricordo del giudice Paolo Borsellino, in cui ha espresso con energia sentimenti di amore per coloro che, servitori dello Stato, hanno donano eroicamente la propria vita per gli altri, come Emanuela Loi a soli 24 anni.

Hanno discusso sull’argomento, in ordine di interventi, i relatori, Giuseppe Toscano, giornalista Gazzetta del Sud; Francesco Suraci, Funzionario Polizia di Stato; Cosimo Sframeli, Ufficiale Arma dei Carabinieri; Emanuele Mattia, Garante per l’infanzia e l’adolescenza Città Metropolitana di Reggio Calabria; Emanuela Laganà, Dott. Di ricerca in Diritto Costituzionale.

Teresa Crea, in merito alle sei poltrone vuote, posizionate ad hoc a significare l’assenza- presenza delle sei vittime della strage, ha ribadito: “Quelle sei poltrone, apparentemente vuote, parlano attraverso il cuore. Abbiamo creato, attorno ad esse, un filo diretto invisibile, ma visibile nel cuore di chi continua a lottare in memoria di Emanuela Loi, di chi non c’è più e di chi continua, nonostante tutto, a crederci. Tra legalità e giustizia”.

E’ stata un’occasione di condivisione collettiva in memoria di Emanuela Loi, delle vittime di via D’Amelio, per custodire il valore della giustizia e del coraggio civile, perché diventino eredità consapevole dell’impegno quotidiano.

C.S.