Di Pino Carella

Festa dell’Emigrante: il ritorno delle rondini

Nell’abbraccio caldo dell’estate calabrese, là dove le colline si piegano al mare e il vento porta con sé l’eco di voci lontane, Donisi una delle frazioni più vive e popolose di Siderno torna a fiorire per una notte speciale: la Festa dell’Emigrante.
È una festa che sa di malinconia e speranza, di assenze che si fanno presenze e di ritorni che somigliano al volo delle rondini, puntuali e fedeli al richiamo del nido. È il cuore che rientra, anche solo per un istante, dove tutto è iniziato. Ogni sguardo, ogni passo tra le vie , racconta una storia di chi ha lasciato, ma non dimenticato.
Le luci si accendono come stelle in terra e la piazza si riempie di volti che si riconoscono anche dopo anni. Ci si abbraccia, ci si cerca, si canta insieme, perché la musica quella vera non ha bisogno di spiegazioni: parla la lingua della terra.
Ed è proprio la musica di Mimmo Cavallaro ad accorciare distanze, a colmare i silenzi dei lunghi inverni passati lontani. Il profeta della musica popolare calabrese, figlio di Caulonia, sale sul palco e il tempo si ferma. Le sue note risvegliano la memoria collettiva, le sue parole intrecciano radici e futuro.
Cavallaro non canta soltanto, racconta. Ogni sua melodia è un viaggio: dalla Calabria antica, fatta di tamburelli e lamenti d’amore, fino alla modernità di una world music che non tradisce ma rinnova. Il suo canto è un ponte tra le generazioni, tra chi è rimasto e chi ha dovuto andare.
Il suo spettacolo, cresciuto con lui nel tempo, è un abbraccio sonoro che avvolge la folla: dal ritmo incalzante della tarantella, al pop che si mescola con l’anima etnica, ogni brano è una scintilla che accende il cuore.
E così, nella notte Donisi si fa rifugio e festa. Non è solo un evento: è un ritorno collettivo all’origine, una messa laica in cui il rito è ballare, sorridere, ricordare.
Per un attimo, chi è partito si sente di nuovo a casa. E chi è rimasto sente che nessuno è mai davvero lontano.
Perché la Festa dell’Emigrante è più di un appuntamento annuale: è un rito d’amore per la propria terra, un canto che ogni estate si rinnova e si alza al cielo, come il volo delle rondini che senza chiedere nulla tornano sempre.