Ai sindaci

A tutti gli Amministratori locali

Alle forze sociali e politiche

della Locride

Desidero anzitutto esprimere la mia gratitudine a tutti voi che siete impegnati nell’esercizio dell’attività politica ed amministrativa a favore del nostro territorio. Purtroppo, molti di voi, sono stati destinatari di attentati e di inqualificabili gesti di violenza: a quanti hanno subito le conseguenze di tali azioni criminose va tutta la mia solidarietà.

Mi permetto di affidare ad un testo scritto quanto sento di dover comunicare per una riflessione comune. Lo faccio, reagendo alle domande che mi fanno in tanti, sacerdoti e comuni cittadini, ed alle quali occorre dare delle risposte; spero che le mie parole siano accolte come stimolo ad un ragionamento sereno, ma anche ineludibile.

Prima di esprimere disappunto, mi chiedo: perchè tante opere finanziabili, che porterebbero grandi benefici per la nostra terra, non vengono realizzate?

A tal proposito, non mi sento di tacere di fronte al possibile de-finanziamento del “Progetto Locride”, inserito nei Pon sicurezza, per decorrenza dei tempi di presentazione. Tanti si chiedono: che fine hanno fatto quei progetti che prevedevano un finanziamento di oltre 7 milioni di euro, per 16 comuni della Locride, finalizzati alla formazione dei giovani attraverso lo sport ed i centri di aggregazione giovanile? Era prevista la realizzazione di undici impianti sportivi ed otto centri di aggregazione attraverso il recupero di edifici di utilità pubblica. Forse erano progetti che non interessavano perchè miravano ad attività giovanili e che venivano incontro ad istanze di paesi come Africo, Benestare, Careri, San Luca, Platì, Ciminà, Canolo, Locri ed altri? Non posso pensare che la politica non sia interessata a progetti del genere.

Quali sono allora le cause che hanno impedito la realizzazione di questi progetti nei termini stabiliti? Dalle informazioni che ho potuto raccogliere, mi sembra che si giochi un po’ a scaricabarile.

Ritengo necessario che ognuno si prenda la sua parte di responsabilità e che si inneschino processi di collaborazione tra le diverse forze politiche ed amministrative locali nell’interesse della nostra terra. Non possiamo arrenderci di fronte ad iter burocratici snervanti. E’ vero, infatti, quello che sono in tanti a credere, cioè che nella nostra terra il nemico numero uno da sconfiggere sia proprio, insieme alla ‘ndrangheta, la burocrazia. E’ vero: la burocrazia uccide. Uccide la speranza dei giovani ed il futuro di una terra già troppo provata. Ma dietro la burocrazia c’è l’uomo, che nel suo individualismo si lascia prendere solo dai suoi piccoli interessi e dal suo grande disimpegno per le cose comuni, c’è chi non fa bene il suo lavoro e non rispetta gli orari di lavoro (non sottovalutiamo l’assenteismo), c’è l’impiegato che siede dietro una scrivania, mentre si accumulano le pratiche in attesa di disbrigo, c’è chi per un documento fa aspettare mesi e mesi, chi rimanda ad altro tavolo se non ci sono interessi personali, c’è chi concede “per favore ed amicizia” ciò che è dovuto per diritto. Nel nostro territorio – ribadisco – sono troppe le opere che rimangono incompiute. Qui vicino esiste un tracciato stradale, “la Bovalino-Bagnara”, per cui si sono spesi oltre 10 milioni di euro e rimane “vergognosamente” lì in attesa che qualcuno si accorga ed intervenga. Che fine hanno fatto i finanziamenti stanziati? Questo territorio si sente mortificato.

Ma non possiamo arrenderci di fronte a questo. E – per favore – non cerchiamo altrove le responsabilità. Serve un serio esame di coscienza. Anzitutto a me come vescovo, se non testimonio la purezza e la coerenza di una fede che non ammette intrallazzi e sotterfugi, corruzione e disimpegno di fronte ai problemi della povera gente, se non invito ad una fede vissuta con coerenza e impegno per il bene comune e la partecipazione civile. A te politico, se non stai tra la gente e non ne cogli le istanze e non ti adoperi alla loro soluzione con impegno e tanta competenza. Oggi serve uno scatto di orgoglio nell’interesse per la Città che si è chiamati a governare. Guai a tradire la fiducia dei cittadini. Sarebbe la fine del sistema democratico! Si finirebbe col determinare un clima di sfiducia nelle sue istituzioni. E’ il momento di ripartire con nuovi slanci e di accogliere il grido di tanta povera gente. Ci sono responsabilità di fronte alle quali non si può sfuggire e che occorre sposare e portare avanti con coraggio. Fare politica in questo territorio è una vocazione difficile ed impegnativa, ma da vivere con amore e passione. Teniamo sempre presente che alla saggia amministrazione delle poche risorse disponibili è legato il futuro della nostra gente. Stiamo attenti: ai danni prodotti dalla mafia è facile aggiungere quelli provocati da un’amministrazione delle risorse pubbliche, passiva ed indolente, che non crea sviluppo e lavoro.

Carissimi sindaci, carissimi uomini della politica,

non abbiate paura di mettervi insieme e di lavorare in modo sinergico per portare a termine progetti che riguardano il territorio: lo sviluppo di un paese è legato a quello dei paesi vicini e di tutto un comprensorio. Smettiamola con la politica municipalistica, guardiamo il territorio non dal basso del campanile, ma dalla parte delle gente. I problemi di questa terra, lo sappiamo bene, sono comuni. Da soli non si va da nessuna parte e si finisce vittime della burocrazia. Reagite ed indignatevi di fronte ad essa, fosse pure quella annidata nel cuore delle istituzioni democratiche. Non cedete mai alla tentazione della corruzione, che ha origine da una concezione bassa della politica e del bene comune. Dobbiamo riconoscere che la nostra Calabria (ed in particolare l’area della Locride) ha una sua precisa identità, che, se purtroppo è offuscata dalla malavita, non s’identifica con la ‘ndrangheta. E’ la bellezza delle sue spiagge, le sue fiumare, i suoi bei e ridenti colli, il suo clima meraviglioso, la fertilità della terra. E’ una terra da amare, non da maltrattare.

L’intelligenza di ciascuno di Voi amministratori, che può contare sulla vicinanza ed il favore popolare, porterà a trovare le giuste soluzioni ai diversi problemi. Non vedo soluzioni miracolose ai problemi che bene conoscete, ma credo che ci siano le risorse necessarie per far decollare questa terra. Certo non sono tante, il tempo delle “vacche grasse” è passato. Sappiamo però che amministrando bene le risorse di cui disponiamo possiamo fare tanto.

A tutti assicuro la mia vicinanza e sarò sempre a fianco di chi intende impegnarsi realmente e disinteressatamente in progetti di sviluppo per la nostra terra.

XFrancesco Oliva

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