Un’inchiesta parlamentare ha portato alla luce un quadro confuso e preoccupante sull’applicazione del Superbonus 110% ai beni vincolati e alle dimore storiche italiane. Secondo quanto emerso da un’interrogazione di Fratelli d’Italia al Ministero della Cultura, il sistema del Superbonus si è rivelato un vero e proprio “buco nero” amministrativo, privo di trasparenza e tracciabilità, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo del bonus su immobili di pregio come castelli e palazzi storici.

Il Ministero ha ammesso l’impossibilità di individuare con esattezza quante dimore storiche abbiano effettivamente beneficiato del Superbonus, anche a causa dell’assenza di dati certi e omogenei. L’unico caso tracciato con certezza è quello del castello di Gioiosa Ionica (RC), che risulta l’unico bene culturale censito che ha usufruito dell’agevolazione fiscale. Il castello, che sarà riaperto al pubblico nel gennaio 2026, è diventato così simbolo di trasparenza in mezzo a un sistema definito “una misura sciagurata” dalla deputata Alessia Giuliani.

Secondo il Ministero, gli altri interventi su dimore storiche risultano “non classificabili” e privi di documentazione sistematica. Nonostante le richieste di chiarimenti, non è stato possibile stabilire un elenco chiaro degli immobili storici interessati. La situazione evidenzia l’assenza di un controllo efficace e l’inadeguatezza della gestione dei fondi pubblici legati al Superbonus.

La vicenda alimenta dunque nuovi interrogativi sull’impatto reale della misura e sulla necessità di maggiore trasparenza e tracciabilità, specialmente quando si tratta di fondi pubblici destinati alla tutela del patrimonio culturale italiano.

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