“La Calabria continua ad essere governata dalla ‘ndrangheta”: a dirlo è stato ieri alla Camera il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, al convegno “Uscire dal cono d’ombra”. “In Calabria la ‘ndrangheta controlla passo passo tutto quello che avviene. Nel porto di Gioia Tauro, prima porta di accesso in Italia per la cocaina, sequestriamo 1 tonnellata di cocaina all’anno, il che vuol dire che ne entrano almeno 10 tonnellate. La cocaina si trasforma in denaro che entra nell’economia apparentemente legale ma che in realtà è drogata, inquinata”, ha spiegato il procuratore. “Oggi la ‘ndrangheta è formata da commercialisti, avvocati, imprenditori, persone che vestono in giacca e cravatta, ha aggiunto, ma ultimamente le cose stanno cambiando, stanno arrivando le denunce, nel 2015 ci sono stati 13 collaboratori, un fatto straordinario. “La ‘ndrangheta vive sulla confusione, sul silenzio e con il silenzio è diventata forte”, ha concluso. De Raho ha poi sottolineato che se di ‘ndrangheta si fosse parlato di più oggi, probabilmente, non sarebbe così forte. “Se Cosa Nostra è stata indebolita anche se non sconfitta, questo è dipeso da quanto è avvenuto dopo le stragi, in quel periodo invece la ‘ndrangheta scelse di tirarsi indietro” il paragone. Oggi, stando a quanto spiegato alla folta platea, la ‘ndrangheta si muove sull’intero globo, con la sua capacità di riciclaggio e reimpiego di denaro. Nel discorso del procuratore capo di Reggio c’è stato, poi, spazio anche per affrontare il tema dell’importanza dei trattati di cooperazione giudiziaria, tra questi quello con gli Emirati Arabi e quello per il rientro dei latitanti in Italia: “sono importanti, ha riferito De Raho, ci sono latitanti eccellenti che si sono rifugiati negli Emirati Arabi. Non solo negli Emirati, ma anche nelle Antille olandesi, per esempio, e in altri Paesi, vengono postate le ricchezze della ‘ndrangheta. Abbiamo ricostruito che sono state costituite delle società in questi Paesi e non è possibile fare delle indagini, poiché non ci sono Trattati”. Riferendosi, infine, al processo in corso all’ex ministro Scajola e a Chiara Rizzo per la fuga a Dubai dell’ex parlamentare di FI Amedeo Matacena, il procuratore ha reso noto che a tal proposito è stato sollecitato il ministero della Giustizia. “In assenza dell’imputato eccellente lo stesso processo finisce per svilupparsi in modo tronco” ha concluso.
ALESSANDRA BEVILACQUA

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