Non ci sono dubbi sul livello tecnico e agonistico ridimensionato del calcio italiano, dopo l ‘avvento della Legge Bosman che sancì la libera circolazione di calciatori nelle squadre di calcio professionistiche, senza nessun numero massimo. Nel caso specifico del campionato di calcio italiano, che ha accolto tantissimi calciatori, tanti di ottima fattura altri bidoni indecifrabili e altri giovani promesse e veloci meteore, ma tutti “killer nocivi” dei nostri calciatori in erba che i vivai delle squadre italiane producevano antecedentemente.

 

Un esempio da seguire e considerato modello, era quello della Bc Atalanta, che curava il suo vivaio in maniera seria e forniva ottimi calciatori al campionato e alla nazionale. L’ingresso incontrollato di calciatori stranieri, ha indotto le società a non investire nei vivai italiani e nel prodotto calcistico umano italiano, ha fatto introdurre calciatori da diverse nazionalità, che hanno anche prodotto gli scandali dei passaporti falsi visto la foga di farcire squadre nel campionato di dieci undicesimi in alcuni esempi. Per migliorare il campionato , hanno fatto entrare grandi campioni, ma anche tantissimi medio e scarsi giocatori stranieri che hanno chiuso carriera a tanti italiani, le richieste erano di cercare centravanti, registi, centrocampisti di estro, che nel dopo Roberto Baggio, Totti, Del Piero, Zola, Vialli , Mancini , Donadoni Paolo Maldini e qualcuno altro in serie B, solo per citarne alcuni e lo specchio di questa carenza la si è vista ieri sera , nella partita di qualificazione alla fase finale del mondiale in Quatar, fra Italia e Irlanda, dove una nazionale azzurra priva di un attaccante degno di questo nome, ha fatto una figuraccia da detentrice del titolo europeo , a non battere una modesta Irlanda e non qualificandosi direttamente per i Mondiale, dopo averlo mancato nella precedente edizione. Non ci sono stati più italiani ai livelli dei nostri nazionali che hanno dato lustro e fantasia nelle vittorie tricolori nel continente e fuori, non abbiamo avuto più squadre completamente italiane o quasi, rinvigorire e tener vivo, competitivo il nostro campionato, ci manca il Verona di Bagnoli Campione d’Italia 1984.85, il Napoli di Diego A. Maradona, circondato da operai italiani che tessevano la tela dell’artista argentino, portando lo scudetto nel profondo Sud del paese. Allo stesso modo , non bisogna dimenticare la stessa Juventus del 1982, che ha rifornito la Nazionale Azzurra di Bearzot che sconfisse il “MONDO CALCISTICO” nelle notti Eroiche di Spagna 82, conquistando il TERZO Titolo Mondiale. Non è un pezzo amarcord, ma un pezzo specchio che ci mostra il degrado del nostro campionato che di fatto rispecchia il degrado socio economico del paese, non entusiasmante come un tempo che veniva invidiato dal resto dell’Europa.

 

Delle scelte di adeguarsi a una legge che ha tagliato il nostro vivaio, la nostra cultura -storia calcistica, che non solo sfornava giovani campioni dalle storiche squadre professionistiche che investivano nel vivaio, ma parallelamente nel mondo della LND, teneva vivo un mondo nel settore giovanile, un movimento di appassionati delle piccole squadre dei paesini che educavano i giovani alla mentalità sportiva , sanamente competitiva creando per gioco e di fatto una società sana coesa ed oggi vedere nella vallata dello Stilaro, una piccola ma storica realtà calcistica come L’US BIVONGI-PAZZANO, formare una squadra per i più piccini, quale piccoli calci, fa ben sperare e deve far pensare solo di sostenere, queste realtà modello. Aspettando i nuovi campioncini italiani, auspicando in futuro per la nazionale , le staffette d’onore come quelle passate , per fare due esempi MAZZOLA -RIVERA , TOTTI -DEL PIERO, guardiamo più in casa nostra , proponendo alle varie LND REGIONALI, ridimensionamenti dei costi d’iscrizioni delle squadre dilettantistiche , affinchè le stesse siano incentivate a comporre sempre più squadre per i più piccini, accendendo in tanti bambini il sogno , di essere Campioncini in erba , abbattendo il KILLER essiccante di estro e fantasia “Made in FootballItaly”, arricchendo sempre più il campionato italiano e alimentando il sogno di diventare calciatore ,lavorando , sudando e sognando come Antimo Frippa, un bambino di 13 anni che ho visto giocare in un campetto a Melito di Napoli che non solo mi ha colpito per il suo repertorio tecnico, ma anche per la sua tenacia che giorno per giorno profuma di classe e sacrificio per amare il gioco più popolare e amato d’ITALIA, allenandosi seriamente e intensamente da diversi anni. Il suo grande Idolo, il più grande di tutti i tempi , il sempre vivo DIEGO ARMANDO MARADONA un giorno gli fece pervenire la propria maglia autografata e per non lasciarla , appesa nel proprio armadio , la indossò come pigiama, nella notte dei sogni di essere un giorno un calciatore della nazionale italiana, magari facendo la staffetta con qualche altro attaccante proveniente dai piccini dell’ US BIVONGI-PAZZANO che assieme a tante altre società che investono nei propri ragazzi, aiutano la comunità a crescere sportivamente , civilmente , creando quella sana coesione che solo la passione per questo sport che muove il globo, può produrre.

Gianpiero Taverniti