DAL PROGRAMMA ESCURSIONI 2025
I Sentieri dimenticati
Domenica 4 maggio
‘I nzilicati du stincu (Lentisco)
Raduno Ore: 10:00 all’entrata di Cirella (a 13 Km circa dal bivio di Ardore Marina)
Partenza Escursione ore: 10:30
Descrizione sentiero: Si parte dalla C/da Carcara, sulla strada che conduce verso le frazioni Gioppo-Lauro, salendo lungo la vecchia mulattiera di collegamento Cirella–Gioppo. Dopo pochi minuti, si passa dall’edicola votiva di Santa Barbara, nei pressi della quale vi è una fontana con abbeveratoio; si prosegue, lungo la pista sempre in lieve salita che costeggia il Borgo di Cirella chiamata la strada dei Lacchi, dopo circa 30 minuti siamo alla pineta (rifornimento acqua). Da qui ci immettiamo sulla sterrata di Lacchi, carrabile che procede in piano, alternando tratti in selciato con tratti in sterrato o cemento che, attraversando terrazzamenti coltivati ad ulivo, conduce verso località San Nicola. L’escursionista incomincia ad ammirare ciò che rimane di una plurisecolare operosità agricola saggia e per molti versi caparbia, rappresentata da muri a secco (armacere) e vecchie masserie. Dopo pochi minuti di agevole cammino, si giunge alla C/da delle Fontanelle e, proseguendo agevolmente in discesa, si arriva ad un ponte in cemento che attraversa un rumoroso torrente, detto ponte di San Nicola o “ponte du mulinu” in quanto, immediatamente prima di esso sulla destra, vi sono i ruderi di un antico mulino ad acqua con ancora intatta la “saitta” (torre verticale della condotta che assicurava al flusso idrico la velocità di caduta necessaria per il movimento della ruota idraulica). Attraversato il ponte, si continua sulla carrabile a sx che conduce, in salita, a “u strittu da nzilicata”, un’ampia e bellissima scalinata, tutta in selciato, che procede zig-zagando in salita e che, con il suo mantenersi ancora intatta e la sua caparbia resistenza agli insulti del tempo e degli agenti atmosferici, testimonia l’antica perizia costruttiva delle abili e sapienti mani che la edificarono, scegliendo, sagomando e giustapponendo con grande cura le pietre che la compongono. Giunti al traliccio dell’alta tensione, si imbocca il sentiero a sx che procede in salita, fiancheggiando la linea elettrica, fino a giungere sul crinale e scendere poi a sx sulla sterrata che conduce alla “Pietra da Cuta” (pietra per affilare). Si prosegue sempre lungo il crinale, un vero e proprio spartiacque tra il borgo di Cirella ed il paese di Platì, attraverso un’antica mulattiera che, procedendo agevole tra aree adibite a pascolo ricche di “Sulla” dalla fioritura rosso vivo e delimitate da ampie siepi di lentisco dal verde lussureggiante, conduce alla Rocca ‘Ntronata la quale, attraverso le sue profonde fenditure, mostra i segni indelebili dell’incessante azione degli agenti atmosferici.
Da Pietra ‘Ntronata si prosegue lungo il crinale, ora in piano ora in discesa e, volgendo indietro lo sguardo è possibile ammirare tutto il percorso fin qui fatto, che appare come un nastro marrone che si snoda, con le sue ampie spire, tra il verde acceso dei pascoli. L’escursionista rimarrà estasiato nell’avvertire la netta sensazione di trovarsi al centro della scena e di assurgere ad indiscusso protagonista in un vero e proprio anfiteatro naturale i cui spalti saranno rappresentati dalla successione di rilievi che circondano a 360° il crinale percorso e in particolare: ad Ovest, risalterà evidente come Pietra Cappa si stacchi, con la sua forma plastica inconfondibile, come episodio ben isolato dal complesso topografico e morfologico che la accoglie; a Nord-Ovest si ammirerà l’orlatura della successione di rilievi delle Rocce dell’Agonia, Rocche degli Smaliditti, Monte Colaciuri e Monte Iacono; verso Sud-Est invece lo sguardo spazia su un vero e proprio mosaico di piccoli appezzamenti a seminativo o pascolo, punteggiati da ciuffi isolati di alberi e delimitati da siepi di lentisco, su caseggiati rurali disseminati nelle C/de San Pietro, Gioppo e Lauro. Lungo il percorso è facile imbattersi in qualche anziano pastore che, a piedi, conduce al pascolo il proprio gregge, mantenendo ancora vivo un rapporto tradizionale con la natura, intriso di umiltà, rispetto, nascondimento mimetico, a differenza dei giovani che, guardandosi bene dall’affaticarsi a camminare, controllano le bestie dal chiuso delle cabine delle loro auto fuoristrada o le inseguono a cavallo di qualche moto roboante. Il sentiero si snoda poi agevole in discesa, procedendo lungo un continuo alternarsi di tratti a selciato e sterrato, fino ad immettersi sulla vecchia strada carrabile che conduce a Platì la quale, sempre in discesa, riporta alla zona di parcheggio delle auto.