“Se l’indignazione fosse un fiume, quello relativo alla situazione sanitaria in Calabria sarebbe da anni drammaticamente esondato”. Così Ornella Cuzzupi, segretario confederale dell’Unione generale del lavoro della Calabria sulla situazione della sanità regionale. “La situazione del sistema sanitario calabrese – prosegue Cuzzupi – è una tragica parodia di quello che dovrebbe essere in un Paese civile. Gli sforzi messi in atto dal personale medico e paramedico presente non possono porre rimedio a circostanze che hanno bisogno di interventi non più rinviabili. Ci troviamo al cospetto di circostanze insostenibili e gravissime.
Tutti i presidi ospedalieri della regione soffrono di criticità allarmanti, sia per la mancanza di personale che per carenze strutturali e strumentali. Tutte le realtà sanitarie pubbliche sono costrette ad arrangiarsi come meglio possono e spesso la soluzione dei problemi è lasciata all’inventiva del personale e della povera gente che ci capita. Assurdo. Al popolo calabrese deve essere riconosciuto il diritto alla vita e la possibilità di curarsi, non è concepibile assistere a scene che inficiano persino l’idea del diritto ad una sanità giusta e valida”. Per Cuzzupi “occorre prendere atto, anche in considerazione degli eventi pandemici, che non c’è tempo da perdere. Da parte nostra diamo piena fiducia al commissario Longo, all’Unità di Crisi e al presidente Spirlì, ma è a loro che ci rivolgiamo affinché si oda forte nei palazzi romani il grido di dolore del popolo calabrese. Un grido che però ha necessità di risposte veloci e funzionali da mettere in pratica attraverso un massiccio programma d’interventi. Le pezze servono a poco e rischiano di dare ancora spazio agli avvoltoi che hanno contribuito in maniera delinquenziale al disastro attuale. Questi ultimi devono essere perseguiti senza tentennamenti, con attenta giustizia ma anche con decisa fermezza”. “Chi ha giocato con la vita della gente – sostiene ancora il segretario generale dell’Ugl calabrese – non merita alcuna considerazione se non quella prevista dalle aule di giustizia. Da parte nostra siamo pronti a confrontarci su soluzioni e programmi dando il nostro fattivo contributo, ma si faccia presto altrimenti la rabbia e la disperazione della gente rischia di assumere aspetti dai risvolti imprevedibili”.