di Francesco Marrapodi

Un’ombra imponente si erge sopra l’Etna, una colonna di fumo e cenere che raggiunge vette spaventose, oscurando il cielo in una spessa cortina nera. La nube eruttiva, che si innalza per chilometri, sembra voler inghiottire tutto ciò che incontra, una furia primordiale che si abbatte sull’isola. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, osservatorio etneo di Catania, ha confermato che l’origine di questa tempesta è un flusso piroclastico, innescato dal violento collasso di una parte del fianco settentrionale del cratere di Sud-Est.

Il vulcano, in tutta la sua rabbia, non si è fermato a questa esplosione. Dall’interno del cratere di Sud-Est, infatti, si è scatenata una furia ancora più terrificante: una fontana di lava ha cominciato a eruttare con violenza, spruzzando fiamme incandescenti che si riversano nel vuoto, accrescendo il terrore di chi osserva. Il tremore vulcanico ha toccato valori mai visti prima, un sussulto che sembra far tremare le fondamenta stesse della terra.

La fonte di questo inferno è concentrata nelle profondità del cratere di Sud-Est, a circa 2800 metri di altitudine, ben lontana dai centri abitati. Ma l’ombra della paura non ha risparmiato gli uomini. Mentre il vulcano ruggisce, il pericolo non si limita alla terra, ma abbraccia l’aria: turisti imprudenti, ignari della furia che potrebbe esplodere in qualsiasi momento, hanno preso d’assalto la montagna sin dalle prime luci dell’alba, affollando i sentieri e le escursioni in quota, proprio sotto la minaccia di un disastro in agguato. Il cielo si è fatto scuro, e la terra stessa sembra vacillare sotto la furia inarrestabile del gigante che si è risvegliato.