Questa mattina il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con il supporto dei Carabinieri del comando provinciale di Cosenza, ha eseguito un provvedimento emesso dal Gip del Tribunale locale. Su richiesta della Procura della Repubblica, è stato disposto il sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 12 milioni di euro, riguardante un operatore economico attivo nel settore della gestione di apparecchi da gioco telematico.

Il meccanismo illecito

L’operazione si inserisce nell’ambito di un’indagine su un presunto reato di peculato. L’accusa riguarda il mancato versamento al fisco delle somme relative al prelievo unico erariale (Preu), una tassa sulle giocate dei clienti.

In particolare, si ritiene che l’operatore non  abbia versato una parte degli importi riscossi tramite della manovre di evasione sistematica, pertanto violando le norme fiscali in vigore.

Il sequestro, che coinvolge anche le disponibilità finanziarie dell’azienda, è stato eseguito nei confronti della società gestita dall’indagato, che ha sede in provincia di Cosenza e che gestisce gli apparecchi da gioco con vincite in denaro.

La doppia contabilità

In pratica, secondo le indagini, la società avrebbe manipolato i propri registri per evitare il pagamento delle imposte, creando una sorta di “doppia contabilità”.

In particolare, gli investigatori hanno scoperto che alcuni apparecchi da gioco utilizzaresso delle schede clonate, che avrebber permesso di non registrare correttamente tutte le somme giocate dai clienti.

Di conseguenza, il prelievo erariale (Preu), che viene trattenuto durante il processo di “scassettamento” (ossia quando il gestore preleva il denaro dai dispositivi), non sarebbe stato mai versato all’erario.

Le indagini e i controlli

Durante le indagini preliminari, sono stati eseguiti controlli su numerosi apparecchi dislocati in diversi esercizi commerciali della provincia bruzia, effettuati dal personale della direzione giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con il supporto dei Carabinieri.

Sono stati quindi sequestrati 145 apparecchi sui quali si sospetta l’utilizzo di schede manomesse o clonate. Inoltre, all’interno di questi dispositivi sono stati rinvenuti oltre 81 mila euro.

L’analisi dei dati memorizzati nelle schede clone ha permesso agli inquirenti di ricostruire l’entità del presunto danno erariale. Nei casi in cui i contatori degli apparecchi non erano leggibili, è stata adottata una stima forfettaria in base alle normative fiscali.

L’evasione fiscale

Sarebbe pertanto emerso che l’importo evaso attraverso la mancata applicazione del Preu si aggirerebbe intorno ai 50 milioni e mezzo di euro. Di questi, oltre 27 milioni calcolati forfettariamente, mentre l’imposta evasa si attesta a poco più di 12 milioni di euro, di cui 6,5 determinati tramite stime forfettarie.

Attualmente, l’indagine è ancora nella fase preliminare e si prosegue per verificare ulteriori dettagli del presunto reato. Nel frattempo, il provvedimento di sequestro mira a tutelare le risorse erariali e a garantire la restituzione delle somme evase.