La crisi della Calabria è dettata anche dal commissariamento che, a detta dello stesso Governo, non ha portato risultati. Ieri con il Decreto Calabria il Governo ha ammesso il proprio fallimento: hanno detto che i commissari non hanno ottenuto i risultati sperati, e quindi … li hanno confermati per altri due anni, prorogabili a tre” Lo ha detto nella notte il presidente della Calabria Nino Spirlì intervistato da Bruno Vespa sul nuovo Dpcm a Porta a Porta su Rai 1: “La Calabria rischia di andare alla fame con queste misure. Non si può puntare su dei dati e parametri che non sono scientificamente provati in base a ciò che mi dicono molti esperti tra cui lo scienziato lì in studio stasera. Il Governo non si è confrontato con noi. Ho saputo che eravamo zona rossa alle 19:59 con una chiamata dal ministro Speranza. Mi è capitato di vedere un pizzaiolo piangere perchè con gli orari attuali sarà praticamente impossibile anche pensare ad una spinta sulle pizze d’asporto, anche se andranno a prenderla in 6, 7, lui non riuscirà a ripagarsi le spese e quindi preferirà chiudere. Da noi ci sono state varie manifestazioni e io sono sempre sceso in mezzo a loro perchè come si fanno a biasimare: molte categorie sanno che andranno a morire di fame. Avevo fatto un ordinanza in cui avevo valutato le zone rosse e arancioni all’interno della Regione per non pesare inutilmente su tutto il territorio, la strategia che già da marzo aveva portato ottimi risultati dandoci autorevolissimi riconoscimenti scientifici internazionali. Adesso contesteremo questo Dpcm in tutte le sedi, impugneremo l’ordinanza del Ministro Speranza” ha concluso Spirlì.

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