La situazione in Italia legata all’emergenza Coronavirus continua a migliorare: si sono abbassati ancora, infatti, i dati relativi all’indice Rt nazionale e all’incidenza. Scende a 0.98, sotto la soglia d’allarme di 1, il valore dell’Rt nazionale che la scorsa settimana era a da 1.08. L’incidenza, invece, si attesta a 232 casi ogni 100 mila abitanti contro i 240 della scorsa settimana. Sono questi i valori che i tecnici dell’Iss e del ministero della Salute stanno esaminando e che dovrebbero essere confermati nel Monitoraggio settimanale che sarà presentato oggi.

Ancora in calo l’indice Rt in Italia. A quanto si apprende, questa settimana è sceso a 0,98, quindi sotto la soglia dell’1, contro l’1,08 della scorsa settimana e l’1,16 di due settimane fa.

E’ quanto sarebbe emerso dalla riunione della Cabina di Regia sul monitoraggio settimanale. Anche l’incidenza è in calo, a 232 casi settimanali per centomila abitanti (la scorsa settimana 240).

Anche se rimane alto il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: si tratta di 14 Regioni/PPAA contro 12 della settimana precedente.  Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica del 30%: è pari al 41% contro 39% della scorsa settimana. Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.546 (23/03/2021) a 3.716 (30/03/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è anche in aumento e sopra la soglia critica (44%) con un aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 28.428 (23/03/2021) a 29.231 (30/03/2021).

Dilagano le varianti

La circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è «largamente dominante nel Paese il che indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione». Inoltre, i dati di incidenza e trasmissibilità, «seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi nelle aree a maggiore diffusione. Si ribadisce, anche alla luce della ormai ampia diffusione di alcune varianti, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche». Così la bozza di monitoraggio Iss-ministero della salute.

Regioni a rischio

Complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con sei Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto) che hanno un livello di rischio alto. Tredici Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui sette ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e una Regione (Basilicata) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso. Tutte le Regioni/PPAA, tranne nove, hanno riportato allerte di resilienza. Quattro di queste (Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Veneto) riportano molteplici allerte di resilienza.

Veneto in zona arancione

«Saremo zona arancione» ha annunciato il presidente del Veneto Luca Zaia. «Ho parlato con il ministro Speranza – ha aggiunto – e farà una verifica se partiremo da martedì o da mercoledì. Il dettaglio lo definiremo dopo. Se si anticipa di un giorno, sarà utile anche in prospettiva della riapertura delle scuole»

Attesa per i dati di Calabria e Sicilia

Dalla riunione del Cts che ogni venerdì fornisce i dati del monitoraggio settimanale, c’è attesa anche per capire l’andamento dei numeri complessivi riguardanti Calabria e Sicilia. Proprio l’indice di trasmissione, in Calabria sette giorni fa ad 1.37, era stato il principale parametro che aveva indotto la cabina di regia ad inserire la scorsa settimana la Calabria in zona rossa. In ogni caso, da domani tutta Italia sarà zona rossa fino a lunedì di Pasquetta. Ma i dati, soprattutto per la Calabria, non fanno sperare di “uscire” presto dalla zona rossa, anche negli ultimi giorni, infatti, i contagi sono rimasti in costante aumento.