ROMA – È in vigore da oggi, 23 marzo 2020, la nuova ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che introduce ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale.

Il provvedimento prevede la chiusura delle attività produttive non essenziali o strategiche. Aperti alimentari, farmacie, edicole, negozi di prima necessità e i servizi essenziali.
Per quanto concerne gli spostamenti, il decreto della Presidenza del Consiglio prevede all’art 1 punto b): è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso rispetto a quello in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; conseguentemente all’articolo 1, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 le parole “È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” sono soppresse.
Sul punto era intervenuta nella giornata di ieri l’ordinanza Interno-Salute adottata in attesa del nuovo Dpcm.
Le disposizioni del nuovo decreto, immediatamente esecutive, sono valide fino la 3 aprile 2020. Le stesse si applicano, cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020, nonché a quelle previste dall’ordinanza del ministro della Salute del 20 marzo i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020.
Ribadiamo ai giornalisti – ovviamente non sottoposti a quarantena – costretti ad uscire dalla propria abitazione per recarsi sul posto di lavoro o spostarsi per servizio sul territorio, di aggiungere all’autorichiarazione di “essere iscritto/a all’Ordine dei giornalisti con numero di tessera professionale…”. E non ci stanchiamo di ripetere che per “esigenze lavorative” si intende l’inderogabile necessità di spostarsi, propria di chi svolge effettivamente la professione giornalistica per garantire un “bene essenziale”, quale è appunto l’informazione. Chi è semplicemente iscritto all’Albo professionale deve, invece, stare a casa per non mettere a rischio la propria salute e quella degli altri. (giornalistitalia.it)