R. e P.

La Calabria che vogliamo: infrastrutture, investimenti, lavoro sicuro e contrattazione. A Lamezia Terme il punto sul presente e sul futuro del settore edile tra grandi opere, sicurezza, legalità e partecipazione.

Il Consiglio generale della Filca Cisl Calabria, riunitosi oggi 18 dicembre al T Hotel di Lamezia Terme, lungo la SS 280 dei Due Mari, ha rappresentato un passaggio politico e sindacale di grande rilevanza in una fase storica segnata da guerre, crisi internazionali, trasformazioni legate all’intelligenza artificiale e all’emergenza climatica. Il titolo scelto per l’iniziativa, “La Calabria che vogliamo: infrastrutture, investimenti, lavoro sicuro e contrattazione”, ha sintetizzato una visione chiara: sviluppo e crescita possono esistere solo se fondati sulla centralità della persona, sulla dignità del lavoro e sulla responsabilità condivisa.

Nel solco della mobilitazione nazionale del 13 dicembre a Roma, in piazza Santi Apostoli, la Filca e la CISL hanno ribadito la necessità di un Patto della Responsabilità capace di ricucire fratture sociali e istituzionali, costruendo ponti tra lavoratori, imprese, istituzioni e territori. Un’impostazione che richiama le parole di Daniela Fumarola, “ricucire dove altri strappano”, e che si traduce in una pratica sindacale fondata su partecipazione, contrattazione e dialogo.

Ad aprire i lavori, alle ore 9.30, è stata la relazione di Christian Demasi, segretario generale della Filca Cisl Calabria, che ha tracciato un quadro lucido delle fragilità che attraversano il Paese e la regione: salari insufficienti, precarietà, disparità di genere, pensioni inadeguate, difficoltà di accesso alla sanità e, soprattutto, il dramma delle morti sul lavoro. Di fronte a queste criticità, la Filca rivendica un modello inclusivo e solidale, che fa della bilateralità, del welfare contrattuale e della partecipazione strumenti concreti di tutela e di crescita.

Demasi ha richiamato il ruolo anticipatore dell’edilizia sui temi della partecipazione, sottolineando come mutualità, assistenza e prestazioni bilaterali abbiano rappresentato negli anni un vero laboratorio di innovazione sociale. Sul piano nazionale, è stata invocata un’Europa più forte e solidale e, per l’Italia, una politica industriale autentica. La Legge di Bilancio viene riconosciuta come un passo in avanti, ma ancora insufficiente: “la coperta è corta”, soprattutto dopo gli effetti della gestione del superbonus 110%, che ha pesato sulle ultime manovre.

Ampio spazio è stato dedicato agli effetti del maxi-emendamento alla manovra, che attraverso una rimodulazione delle risorse prevede il rafforzamento delle ZES e un fondo per il caro materiali in edilizia. Misure che garantiscono maggiore liquidità ai cantieri privati e industriali, stabilità normativa fino al 2026 e una parziale compensazione dell’aumento dei costi di cemento, acciaio e trasporti. Allo stesso tempo, Demasi ha evidenziato le criticità legate al ritardo nell’avvio dei cantieri pubblici connessi al Ponte sullo Stretto e alle opere collegate, con effetti occupazionali negativi nel breve periodo per le imprese locali. Un impatto definito temporaneo, poiché i 13,5 miliardi complessivi restano comunque stanziati.

Nel corso della relazione sono stati rivendicati i risultati concreti della contrattazione: il rinnovo del CCNL Edilizia Industria e Cooperazione, con aumenti salariali significativi; l’introduzione della patente a crediti e del badge unico nazionale, strumenti che hanno contribuito a ridurre gli incidenti nei cantieri; la formazione obbligatoria su sicurezza e dispositivi di protezione, che ha determinato una diminuzione degli infortuni gravi. Centrale anche il tema del welfare, con l’accordo sull’“umanesimo del lavoro”, volto a sostenere le famiglie dei lavoratori colpiti da infortuni, e il rafforzamento della previdenza complementare e della sanità integrativa.

Sul fronte della rigenerazione urbana, è stata ribadita la necessità di aggiornare il Testo Unico dell’edilizia e di rafforzare i partenariati pubblico-privati, prevedendo maggiori incentivi e la cessione del credito per chi non può beneficiarne direttamente. La Filca propone l’istituzione di un fondo unico di finanziamento che renda gli incentivi realmente efficaci nei quartieri più fragili, coinvolgendo cittadini e associazioni in processi di rigenerazione partecipata.

Il dibattito si è poi concentrato sul ruolo strategico della Calabria nel quadro nazionale ed europeo, tra PNRR, riduzione del divario Nord-Sud e rafforzamento della posizione dell’Italia nel Mediterraneo. Gli investimenti destinati alla SS 106 Jonica (3,8 miliardi), agli ospedali di Sibari (oltre 290 milioni) e Palmi (311 milioni), alla galleria Santomarco (1,6 miliardi), all’Alta Velocità Salerno–Reggio Calabria (oltre 22 miliardi) e al Ponte sullo Stretto con opere compensative (13,5 miliardi) rappresentano opportunità decisive di crescita e occupazione. Secondo ANCE Calabria, nel 2025 si registra una riduzione degli investimenti privati (-7,1%) compensata da un aumento delle opere pubbliche (+16%), con un fabbisogno stimato di almeno 2.500 nuove risorse, a fronte di una paradossale carenza di manodopera nonostante le migliaia di candidature per i grandi cantieri.

Nel corso della giornata è intervenuto Giuseppe La Via, segretario generale Usr Cisl Calabria, che ha ribadito come il settore edile sia il vero traino dell’economia e dell’occupazione regionale. Sul tema della sicurezza, La Via ha sottolineato la necessità di rafforzare i controlli e innalzare la qualità della formazione, contrastando ogni comportamento elusivo. Di fronte a una nuova stagione di investimenti infrastrutturali, oltre il PNRR, la priorità diventa la formazione delle competenze necessarie nei cantieri. In questo quadro si inserisce il Bando Oikos, di prossima pubblicazione da parte della Regione Calabria, indicato come una prima risposta concreta.

A chiudere i lavori è stato Mauro Venulejo, segretario nazionale Filca Cisl, che ha richiamato il ruolo strategico del sindacato nel governare le trasformazioni in atto, rafforzando contrattazione, partecipazione e legalità. Forte il richiamo alla lotta alle irregolarità e alla criminalità, alla necessità di denunciare e di andare oltre gli slogan, costruendo protocolli di legalità e cabine di regia sulle grandi opere.

Il Consiglio generale del 18 dicembre si è così confermato come un momento di sintesi e di rilancio per la Filca Cisl Calabria: una giornata che ha messo in relazione investimenti, lavoro, sicurezza e welfare, ribadendo che lo sviluppo non può prescindere da contratti regolari, formazione continua e rispetto delle regole. Una visione che guarda a una Calabria protagonista, capace di trasformare le risorse in cantieri reali, servizi concreti e lavoro dignitoso.