Primo Maggio, il Concertone, la musica, le testimonianze e i racconti. Tutto uguale, ma tutto diverso. A tenere banco, sui tavoli della politica e dell’opinione pubblica, c’è la polemica del momento, che coinvolge Fedez, l’attacco in diretta tv alla Lega sul ddl Zan e una presunta censura “preventiva” operata da Viale Mazzini sull’intervento del rapper. Un passo indietro per ricostruire la vicenda scoppiata ieri pomeriggio, prima e dopo l’esibizione “incriminata”.

Da settimane il rapper sostiene il Ddl Zan, con continui battibecchi con la Lega e Salvini, con cui l’artista ha un conto aperto in quanto a polemiche e che avverte che se il cantante userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, «la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento».

Dal canto suo, Fedez rivendica la libertà di espressione e si assume qualunque responsabilità. «E’ la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica. Un artista può esprimere liberamente le sue idee su un palco? O deve passare al vaglio della politica?». E pubblica su Twitter il video di una telefonata con la vice direzione di Rai 3.

Gazzettadelsud