Il canto si apre con un ammonimento al lettore: solo coloro che sono dotati di intelligenza e cultura adeguata lo potranno seguire nell’arduo cammino che sta iniziando. Infatti con la guida di Beatrice ,egli sale dal Paradiso terrestre ,posto sulla vetta del Purgatorio, al cielo della Luna ,il primo dei nove cieli fisici che egli dovrà attraversare prima di giungere all’Empireo, dove ha la sua sede Dio. La superfice lunare gli appare luminosissima come un diamante, ma Dante sa che essa è cosparsa di macchie scure , intorno alle quali chiede spiegazioni a Beatrice.
Questa dapprima nega ogni valore alla credenza popolare che vedeva in quelle macchie, la figura di Caino gravato da un fascio di spine. In seguito dimostra la non validità della teoria scientifica che trovava la causa di quelle zone oscure nella maggiore o minore densità della materia costituente la Luna. Dopo aver convinto Dante che la ragione umana se non è sorretta dalla fede e dall’insegnamento teologico , mostra tutti i suoi limiti, Beatrice espone la dottrina esatta estendendo la sua spiegazione dalla Luna a tutti gli altri corpi celesti.
le zone più o meno scure che si notano sulla loro superfice dipendono dall’influenza dei cori angelici ,le intelligenze motrici dei singoli cieli. Infatti ad una maggiore o minore letizia della intelligenza angelica corrisponde ,nel cielo che da essa riceve le sue qualità specifiche una maggiore o minore luminosità.
L’ invito di Dante ,proprio all’inizio di questo canto(e non senza ragione) è estremamente esplicito: lo devono seguire solo coloro che hanno mangiato il Pan degli Angeli. Una volta dimostrata la necessità del dottrinalismo  nella poesia del Paradiso resta da considerare quanto e con quali mezzi esso diventa vera poesia : alcuni critici l’hanno trovata nel linguaggio metaforico delle macchie lunari e nel movimento dei cieli regolato dalle intelligenze angeliche ,una ennesima affermazione di ortodossia Tomista da parte di Dante ,mentre altri senza opporsi alla filosofia di San Tommaso propendono per la dottrina di Avicenna che pose nel cielo una gerarchia di schiere. Tuttavia oltre al riferimento lunare qui nel secondo canto abbiamo uno dei momenti fra i più poetici della crescita spirituale di Dante . Come nel canto primo  Dante ha cantato l ‘ordine reciproco di tutte le cose e l’ascensione dell’essere verso l’altro, nel secondo descrive la luminosità dell’irradiazione perpetua delle idee divine dall’alto verso il basso. Il secondo canto serve a Dante a dimostrare come il molteplice derivi dall’uno attraverso l’influsso dei cieli ,animati dalle intelligenze divine ,il mondo guidato dalla superiore giustizia di Dio. Poesia e confutazione delle opinioni errate e rivelazione di quelle trovate . Nella prima parte del discorso di Beatrice la confutazione dell’errore mentre nella seconda parte la necessità di dimostrare le immensità luminose e l’ordine delle gerarchie celesti
Vincenzo Bruzzaniti