Per un senso di carità, Dante raccoglie le fronde sparse e le depone ai piedi del cespuglio dell’anonimo fiorentino ; quindi, insieme a Virgilio, riprende il cammino e giunge al terzo girone del settimo cerchio . Alla vista dei due poeti appare una distesa di sabbia arida e spessa sulla quale numerosi gruppi di anime nude piangono miseramente : alcune sono supine , altre sedute e rannicchiate a terra , altre ancora camminano senza posa . . Dall’alto scendono larghe falde di fuoco , che incendiano il sabbione  tormentando senza sosta i dannati.
L ‘attenzione di Dante viene attratta da un dannato , il gigantesco Capaneo , il quale , incurante della pioggia di fuoco se ne sta superbo e torvo . Accortosi che il poeta chiede di lui a Virgilio , grida la sua ira a Giove , urlando che mai gli si sottometterà . Virgilio redarguisce con forza Capaneo e, dopo aver spiegato a  Dante che egli era uno dei sette re che avevano assediato Tebe e che era spregiatore di tutti , Dio compreso, invita il poeta a seguirlo .
Giungono nel luogo in cui scaturisce un fiumiciattolo , rosso di sangue , Dante chiede spiegazioni a Virgilio sul fiume e questi gli rivela che nell’isola di Creta sorge il monte Ida , ove Giove fu allevato dalla madre Rea e dove si trova una grotta . in cui vive il Veglio , un vecchio gigante con la testa d’oro , le braccia e il petto d’argento , il ventre di rame , e le gambe di ferro , salvo il piede destro, su cui si regge , che è di terracotta . Dalle sue membra scendono lacrime che, raccogliendosi nella cavità dell’Inferno , danno origine ai suoi corsi d’acqua , l’Acheronte, Lo Stige, Il Flegetonte che confluiscono nello stagno di Cocito . Dante chiede allora dove siano il Flegetonte e il Letè che, secondo la cultura classica , si trovava nelle profondità infernali , e apprende da Virgilio che il Flegetonte è il fiume di sangue ribollente che hanno visto da poco , mentre il Letè scorre fuori dall’Inferno e in esso si lavano le anime dopo aver espiato le proprie colpe .
Professore Vincenzo Bruzzaniti