Tommaso d’Aquino ha appena terminato di parlare e subito interviene Beatrice che chiede ai beati di rispondere a due domande di Dante che egli non ha ancora formulato , cioè se i beati manterranno il loro splendore quando riavranno il corpo e, in caso affermativo se i loro occhi capaci di sostenerne la luminosità.
Felici di poter esprimere la loro carità , le anime cantano e danzano festanti, quindi lo spirito di Salomone rivela che le anime non solo conserveranno il loro splendore , segno della grande carità che le muove , ma lo accresceranno . La ricostituita unità di anima e corpo le renderà perfette e, aumentando in loro la grazie divina , crescerà anche la luminosità , che non sarà un ostacolo per la vista , perchè gli organi del corpo saranno potenziati e potranno sostenere lo splendore di una beatitudine di qualsiasi intensità . Alle parole di Salomone segue l’Amen degli altri spiriti delle due corone , al cui esterno se ne aggiunge una terza , di una luminosità così fulgida che Dante non riesce a sostenere la vista .
Il poeta allora si rivolge a Beatrice , la quale gli trasmette la capacità di guardare verso l’alto ; nello stesso momento , egli si sente trasportato nel cielo rosseggiante di Marte : qui appaiono due fasci di luce posti in forma di croce , entro i quali risplendono fiammeggianti le anime dei combattenti per la fede . Nella croce lampeggia la figura di Cristo in misura tale che il poeta non riesce a descriverla . Gli spiriti si muovono da un lato all’altro e dall’alto in basso lungo la croce , splendendo più vivamente quando si incontrano. Intorno si diffonde un canto dolcissimo , dalle cui parole Dante comprende solamente Risorgi e Vinci . L’armonia e la bellezza di quel canto sono tali che nulla fino a quel momento ha avvinto così intensamente a se il poeta.
Prof Vincenzo Bruzzaniti