Commento estetico al canto IX del Paradiso di Dante a cura del Prof. Vincenzo Enzo Bruzzaniti

Rivolgendosi metaforicamente a Clemenza , moglie di Carlo Martello , Dante afferma che questi ha predetto gli inganni che la sua discendenza subirà ai quali però seguirà una giusta vendetta. Mentre l’anima di Carlo si rivolge verso Dio , che la sazia con la sua luce, Dante prorompe in una dura invettiva contro le creature che mirano alle vanità .

Cunizza da Romano , sorella di Ezzelino , dichiara di essere stata dominata dall’influsso del Cielo di Venere , cioè dall’amore . Senza nominarlo parla di uno spirito a lei vicino che ebbe grande fama in terra . Poi narra della vittoria dei vicentini sui padovani , dell’assassinio di Rizzardo da Camino e del tradimento del crudele vescovo di Feltre , Alessandro Novello ,rivelando che grandi sciagure si abbatteranno sui corrotti abitanti della Marca Trevigiana . Cinizza riprende la danza e Dante chiede all’anima a lei vicina di soddisfare le sue domande inespresse . Si tratta del trovatore Folchetto da Marsiglia , che gli racconta come in terra sia stato influenzato dal Cielo di Venere , gli spiega come in Paradiso si provi gioia per la disposizione ad amare e come si comprenda il provvidenziale disegno divino della creazione. Folchetto indica a Dante l’anima più luminosa di questo cielo , Raab , la meretrice di Gerico , degna del Paradiso perchè aiutò Giosue in Terrasanta . Dall’esempio di Raab , Folchetto trae spunto per la forte invettiva contro l’alto clero che preso dai beni materiali , e dimentico dei propri doveri , predice che ormai è vicina la liberazione di Roma dalla corruzione .
Prof . Vincenzo Bruzzaniti