COMMENTO ALLA LITURGIA DEL VENERDI’ SANTO
La liturgia del Venerdì Santo ci raccoglie intorno al CROCIFISSO. Oggi non facciamo semplicemente memoria di un evento, ma riviviamo il MISTERO CENTRALE della nostra salvezza. Accompagnati da Giovanni, contempliamo Gesù nella sua Passione e lo facciamo con animo pieno di mestizia ma anche con immensa GRATITUDINE, perché sappiamo che la nostra vita viene dalla sua morte. Ogni volta che pensiamo alla passione del Signore, ci sentiamo chiamati in causa e ne siamo coinvolti. Contemplandolo nel suo immenso dramma – percosso, condannato, crocifisso, morto – riconosciamo NOI STESSI, sanati dall’amore innocente.
Perciò dobbiamo passare dalla visione alla CONTEMPLAZIONE di questo grande mistero, per avvertire la presenza viva di Dio che ci raggiunge in Cristo e ci tira fuori dalla nostra miseria. Ci aiutano ancora le parole di Isaia: “Disprezzato e reietto dagli uomini, si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri peccati. Trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Per le sue piaghe siamo stati guariti”.
Sì, la morte di Gesù è una morte LIBERATRICE. La fede ce lo assicura e possiamo farne l’esperienza. Ci sentiamo riconciliati con l’amore del Padre. In Gesù Crocifisso possiamo sentirci perdonati e riaccolti come figli nell’amore del Padre. Il nostro cuore si apre subito alla SPERANZA.
Perciò noi cristiani veneriamo e adoriamo la CROCE, la consideriamo come segno di vittoria e non di sconfitta. S. Paolo ci dice che Dio si è compiaciuto di salvare il mondo attraverso la stoltezza della croce. La croce è SAPIENZA di Dio e POTENZA di Dio. La croce di Gesù dà senso e valore alle nostre croci. Beati se comprendiamo il senso e il valore della croce: non solo della croce del Signore, ma delle nostre croci, che sono unite alla sua.
d. Enzo Ruggiero

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