COMMENTO AL VANGELO DELLA XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Anno C) (Luca 21, 5-19)

Siamo ormai alla fine dell’anno liturgico. E quando si arriva a una fine… inevitabilmente si pensa anche alla nostra. Alle cose ULTIME. A ciò che conta davvero, quando tutto il resto passa.

Il Vangelo di oggi ci porta proprio lì, davanti al Tempio di Gerusalemme, imponente, maestoso, ammirevole… e Gesù spiazza tutti: «Non resterà pietra su pietra». È come se ci dicesse: “Attenzione: tutto ciò che oggi ti sembra solido, sicuro, eterno… un giorno finirà”.

E allora, davanti a questa parola così vera e così schietta, viene spontaneo chiederci: E io? Su che cosa sto costruendo la mia vita? Su che cosa sto mettendo le mie sicurezze?

Gesù descrive guerre, violenze, turbamenti, falsi profeti… e noi, mentre ascoltiamo, pensiamo al mondo di oggi: alle tensioni internazionali, alla paura, all’incertezza economica, ai rapporti umani sempre più fragili. Sembrano pagine scritte per noi. Ma attenzione: Gesù non vuol spaventarci. Lui non fa catastrofismo.

Lui fa REALISMO. È come se dicesse: “Non far finta che il male non esista… ma non permettergli di rubarti la speranza!”.

Poi aggiunge una frase splendida: «Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». È la dichiarazione d’AMORE di Dio. In mezzo al caos del mondo, tu sei custodito. Non sei abbandonato.

Il Signore non evita ai suoi figli le difficoltà — quelle fanno parte della vita — ma promette che Lui ci passa dentro insieme a noi.

E alla fine arriva quella frase che forse è la più importante di tutte:

«Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

La perseveranza non è testardaggine: è fiducia che cammina.

E quando una vita resta fedele… piano piano diventa luminosa, diventa una testimonianza che parla più di mille parole.

Allora, in questa domenica quasi alla fine dell’anno liturgico, ognuno di noi potrebbe chiedersi: “Signore, in cosa devo perseverare? Qual è il passo di bene che mi chiedi oggi di non abbandonare?” E ancora: “Nel caos del mondo, dove mi chiedi di costruire sulla roccia, e non sulle pietre che prima o poi cadono?”

Chiediamo al Signore una fede che dura, un cuore che resiste, una speranza che non si lascia spegnere.

E la certezza — quella sì davvero incrollabile — che in mezzo a tutto ciò che passa, Lui RESTA. Sempre.

DON Enzo Ruggiero