COMMENTO AL VANGELO XXII DOMENICA ORDINARIA B
Dopo la lunga parentesi del discorso sul Pane di vita del vangelo di Giovanni, la liturgia ci fa ritornare al vangelo di Marco. Gesù se la prende con i farisei, i buoni ebrei devoti del suo tempo, gli ultras della fede, che lo accusano di non osservare delle norme rituali prima del pranzo. Gesù approfitta della situazione per darci un grande insegnamento che ci serve da verifica per analizzare l’autenticità del nostro modo di vivere la fede oggi e soprattutto della nostra pietà popolare e delle nostre tante tradizioni. La pietà popolare è un grande TESORO perché è la fede vissuta dai nostri padri. Ma noi dobbiamo stare attenti a non confondere LA TRADIZIONE con LE tradizioni umane. La Tradizione è il tesoro della fede che abbiamo ricevuto perché ci è stato trasmesso, come un dono prezioso che si custodisce e si tramanda. Le tradizioni umane sono delle aggiunte, che hanno la loro importanza, ma che a volte rischiano di offuscare l’essenziale della fede. Gesù nel vangelo viene criticato dai farisei perché non seguiva le tradizioni umane. I farisei erano molto scrupolosi nell’osservanza delle prescrizioni legali (di origine umana), mentre trascuravano la cosa più importante, cioè il comandamento di Dio.

 

Noi da che parte stiamo: dalla parte di Gesù o dalla parte dei farisei che erano apparentemente pii e osservanti, ma Gesù senza remore li accusa di ipocrisia e di ostentazione? Noi abbiamo il coraggio di verificare e di purificare le nostre tradizioni umane? Siamo sicuri che Dio è contento del nostro modo di vivere la fede? Siamo sicuri che i Santi che noi veneriamo siano contenti del modo in cui esprimiamo la nostra devozione? Quindi il primo insegnamento è che non si può sostituire al comandamento di Dio le tradizioni degli uomini. La religione dei farisei era un’osservanza esterna, formalistica, che si limitava all’apparenza. Gesù vuole invece la religione del CUORE. Tutta la vita dev’essere un culto a Dio e non solo alcune osservanze esterne e rituali. I farisei erano convinti di poter arrivare a Dio per mezzo dei segni esterni (riti, cerimonie, esteriorità). Ma per Gesù quello che conta è il cuore. Dio vuole il CUORE. Non ha bisogno delle nostre cose, vuole noi, il nostro amore, la nostra fiducia, la nostra lode. “Amore voglio e non sacrifici”. Qui sta la sostanza della fede.
d. Enzo Ruggiero

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