La Chiesa inizia l’anno nuovo venerando Maria con il titolo più antico e prezioso: MADRE DI DIO. Così la chiamarono i primi Concili tra l’esultanza popolare. La seconda lettura contiene l’unico accenno che S. Paolo dedica a Maria: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, perché ricevessimo l’adozione a figli”. Sembra piccola cosa quella che Paolo dice a Maria e invece ha una portata teologica immensa: perché Gesù, che Paolo chiama “Dio benedetto nei secoli” è detto nato da Maria. Dunque Maria è Madre di Uno che è DIO. Dicendo “nato da donna” Paolo insegna che Gesù nacque solo da Maria; questo nome “donna” (che è pure quello usato da Gesù sulla croce per rivolgersi a sua madre) richiama alla profezia della Genesi: “porrò inimicizia tra te e la donna”. Dunque Maria, secondo Paolo, è la donna che era nel progetto di Dio quando voleva salvare l’uomo.

Maria è lo strumento scelto da Dio “perché ricevessimo l’adozione a figli”. E’ la CUSTODE del nostro rapporto filiale con Dio. Ed è perciò che ci sentiamo pieni di fiducia in colei che per incarico di Dio deve mantenerci e farci crescere come figli di Dio.

Oggi, primo giorno dell’anno, è anche la giornata della PACE. Tutti gli auguri scambiati hanno questo significato: che nulla in questo anno venga a turbare la tua pace. Si comprende che la pace (che non è solo assenza di guerra) è proprio il bene più grande. Ma va ricordato ciò che diceva Giovanni Paolo II: “La PACE o è di tutti o non è di nessuno” (SRS 26).

La pace riguarda il CUORE di ogni persona. La pace non è solo quella politica o sociale. Si può vivere la pace del cuore mentre all’esterno c’è la guerra. Oppure si può essere tormentati nell’anima, mentre tutto attorno a noi è tranquillo. E quando non si è in pace con se stessi, la vita diventa insopportabile.

La pace, prima che essere un dono è una PERSONA. E’ la persona stessa di Gesù, nella quale si riconciliano per sempre Dio e l’uomo. Come l’amore ha la sua sorgente in Dio, così è per la pace.

Come possiamo essere operatori di pace? Il vangelo ci ricorda due vie che possiamo percorrere: 1. I pastori andarono “senza indugio” e trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino. Tutte le volte che il Signore ti raggiunge con un suo invito, parti “senza indugio”. Nella misura in cui incontri il Signore avrai la pace e diventerai operatore di pace. 2. “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. E’ strumento di pace chi ascolta la Parola e la custodisce nel cuore. Facciamo in modo che tutti i giorni del nuovo anno ci trovino intenti a ricordare la Parola e a custodirla con amore. Essa dal cuore passerà nella vita e produrrà la PACE.

DON Enzo Ruggiero