COMMENTO AL VANGELO III DOMENICA DI PASQUA A
Possiamo immaginare lo sconvolgimento dei due discepoli diretti a Emmaus mentre discorrono con un misterioso viandante che si avvicina a loro. Sono TRISTI perché Gesù è stato ucciso e sepolto, sono amareggiati e delusi. Le domande del viandante sembrano quasi rinnovare il loro dolore. I loro occhi sono incapaci di riconoscere Gesù, nemmeno quando il Risorto spiega loro che doveva soffrire per entrare nella gloria.
Perché questa cecità? Perché il loro stato d’animo è come un MACIGNO che non permette di alzare lo sguardo oltre il dolore e la morte. Non è questo un messaggio rivolto anche a noi?
Anche molti cristiani di oggi sono così: fermi al venerdì santo, devoti alla croce, ma incapaci di accogliere la gioia della PASQUA. Se la nostra fede si ferma alla croce, siamo degli illusi; se Gesù non è risorto, non è che uno dei tanti personaggi della storia che non sono riusciti a cambiare un bel niente.
Poi però Gesù restituisce ad essi la speranza certa della sua risurrezione, allorché apre il loro cuore all’intelligenza delle Scritture e spezza il pane. BENEDETTO XVI precisa: “Nel sacramento dell’altare, il Signore viene incontro all’uomo facendosi suo compagno di viaggio e animandolo di speranza per il suo cammino”.
Anche noi siamo chiamati ad ascoltare la PAROLA che scalda il cuore e illumina la mente, a riconoscerlo nello spezzare il pane, a riconoscerlo pellegrino con noi sulle strade della vita.
Signore, anche noi a volte come i discepoli di Emmaus, ci sentiamo scoraggiati. Il nostro sguardo triste non riesce a riconoscerti, eppure tu sei il VIANDANTE che cammina con noi e ci ascolta. Aiutaci a rileggere gli eventi alla luce della Parola per compiere un cammino interiore che ci faccia ardere il cuore e dire: “RESTA CON NOI”. Nella gioia dell’incontro con Te, condivideremo il tuo “corpo spezzato” con i fratelli.
DON Enzo Ruggiero