COMMENTO AL VANGELO II DOMENICA DI QUARESIMA A
Domenica scorsa ci siamo lasciati nel deserto e ora la liturgia della Chiesa ci fa fare un salto impegnativo al Tabor, il monte della Trasfigurazione. Un salto importante, perché ci fa pregustare la META del nostro cammino. Questo salto spirituale dal deserto al Tabor ci mette davanti agli occhi un vangelo che scardina quell’immagine TRISTE e cupa della Quaresima che si è sedimentata nel nostro immaginario spirituale. Il Padre non vuole dei figli tristi e musoni, ma uomini e donne vivificati dallo Spirito, pronti a lasciarsi inondare il cuore dalla GIOIA del Risorto. Questo tempo, infatti, è un cammino verso la LUCE della risurrezione, che passa certamente attraverso il grigiore delle difficoltà umane ed è segnato dal peccato, ma è pur sempre guidato dalla GRAZIA di Dio.
Perché questa trasfigurazione? I discepoli di lì a poco sarebbero stati SCONVOLTI dallo scandalo della croce, dalla Passione e dalla morte del loro Maestro. Ecco che allora Dio interviene e offre loro un ANTICIPO della sua gloria. Gesù mostra la sua piena e gloriosa identità, anticipando così nel mistero la sua risurrezione. Egli fissa nelle loro menti quel momento di splendore per esorcizzare la paura e la disperazione nell’apparente sconfitta della morte in croce. Nei momenti di DOLORE e di difficoltà dovranno ricordarsi di quello spiraglio di gloria e fondare su di esso la loro fortezza di fronte alle prove della vita. I discepoli non si sono sbagliati a credere in Lui, a giocare la loro vita su di Lui! La sofferenza e la morte non avranno l’ultima parola.

“Signore è BELLO per noi stare qui!” dice Pietro a Gesù. Aiutaci o Signore ad avere lo stesso entusiasmo, la stessa gioia e desiderio di stare con Te. Fa’ che questi sentimenti possano essere il profumo delle nostre celebrazioni e attività come linfa nuova di questa Chiesa in cammino, alla ricerca di un rinnovamento spirituale. La BELLEZZA di stare con Te, la bellezza del CRISTIANESIMO, sia testimoniata in tutti gli ambienti che viviamo, senza paure e senza timori.
d. Enzo Ruggiero