COMMENTO AL VANGELO DELLA VI DOMENICA DI PASQUA (C) (Giovanni, 14, 23-29)
Anche il vangelo di oggi è preso dal discorso che Gesù fa dopo l’ultima cena: “Se uno mi ama osserverà la mia parola”. Cosa ci vuole dire Gesù? Vuole dirci anzitutto che il nostro amore per Lui si dimostra con l’osservanza dei COMANDAMENTI. Non con belle parole, con sentimenti entusiastici, ma con dei fatti concreti. Se non arriviamo ad avere questo amore per Lui, non riusciremo mai ad osservare i suoi comandamenti. L’osservanza dei suoi comandamenti deve scaturire da un AMORE VERO, profondo per Lui.
Se uno ama veramente Gesù, riuscirà a fare tutto ciò che Lui gli chiede. Osserverà tutti i comandamenti, anche quelli apparentemente più difficili. Sarà capace di affrontare anche il martirio. E’ come dire che senza questo amore a Gesù la vita cristiana sarebbe quasi IMPOSSIBILE. Ciò significa che se non arriviamo a fare una SCELTA di Gesù che scaturisca da un amore vero per Lui, è impossibile vivere i suoi comandamenti.
Gesù poi annuncia: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. La pace di Gesù non è la pace che dà il MONDO. Il mondo non è capace di dare una pace vera: dà una pace fragile, esteriore, instabile. Gesù invece dà una pace che resiste a tutte le avversità.
Egli, la notte della sua passione, insieme al comandamento dell’amore, ci lascia, come supremo testamento, la sua PACE. Non sono due realtà diverse ma strettamente connesse: come il fuoco genera il calore così l’amore genera la pace. Solo un amore infinito può darci la pace.
Gli uomini di oggi si illudono che la pace sia opera delle loro mani. Anzi, pensano persino di costruire un futuro di pace, dando lo sfratto a Dio. Una persona senza Dio è una persona senza pace. Un mondo senza Dio è un mondo di lupi feroci.
Gli uomini avranno la pace se torneranno a Dio.
don Enzo Ruggiero