È partita dalla Croazia l’intricata serie di indagini che ha portato al blitz di stanotte, con un bilancio di 12 persone arrestate per un presunto traffico internazionale di cocaina .

Tutto è cominciato con la perquisizione di un container al porto di Rijeka (Fiume) nel 2017, contenente 456 panetti di cocaina per un totale di circa 480 chili.

Rinvenimento che ha fatto scattare un campanello di allarme, visti i numerosi spostamenti del container: il carico era proveniente dal Perù e destinato al valico di Fernetti, dopo aver transitato per la Slovenia.

Ne è nata un’imponente indagine che ha visto la collaborazione tra la polizia croata ed italiana, che di comune accordo hanno deciso di effettuare una consegna controllata del container: questo è stato fatto transitare con solo 2 chili di cocaina al suo interno, mentre i restanti 478 sono stati sequestrati.

Il tutto al fine di individuare il destinatario del carico illecito, un soggetto originario e residente nella provincia vicentina. Al momento del “ritiro” del container, quest’ultimo è stato così arrestato in flagranza di reato.

A seguito di questa prima pista, sarebbe emerso il coinvolgimento di una serie di componenti di un vero e proprio sodalizio criminale, operante tra Vicenza Montechio Maggiore ma che coinvolgeva anche soggetti provenienti dalla Calabria, che avrebbero avuto un ruolo chiave nella gestione dei traffici e nel loro arrivo fino in Italia tramite fumose ed articolate movimentazioni.

Nel 2019 sarebbe emerso il coinvolgimento di un latitante, esponente di spicco della cosca Gallace di Guardavalle, nel catanzarese . Le numerose intercettazioni, rese incredibilmente difficoltose per via dell’utilizzo di cellulari “criptati”, hanno permesso di mettere in luce una struttura organizzata e perfettamente funzionante, in grado di attingere a notevoli risorse economiche ed ottenere ingenti carichi di polvere bianca.

Il “sistema”, da tempo radicato nella provincia vicentina, sarebbe dunque dedito all’importazione di cocaina dal Sud America ed allo smercio della sostanza grazie alla malavita locale. Per questo motivo l’Autorità Giudiziaria di Venezia ha emesso dodici misure cautelari a carico di altrettanti soggetti: otto in carcere, due ai domiciliari e due con obbligo di dimora. La Guardia di Finanza di Vicenza inoltre, a seguito di appositi accertamenti sui patrimoni, ha proceduto al sequestro preventivo di denaro e di beni per un valore di circa 246 mila euro.

fonte e foto cn24tv.it