CITTÀ DEL VATICANO – «Cercare con amore la verità dicendo no alla guerra delle parole e delle immagini»: è l’appello rivolto da Papa Leone XIV, stamane nell’Aula Paolo VI del Vaticano, agli oltre tremila giornalisti di tutto il mondo intervenuti alla prima udienza generale con i rappresentanti dei media.

Stemma e motto di Papa Leone XIV

Citando il discorso della montagna di Gesù, il Pontefice ha, infatti, esortato i giornalisti a «portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza».
«Impareremo con il tempo a conoscerci meglio», ha detto Leone XIV ai giornalisti ricordando che «abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la Tv, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace».

Papa Francesco parla ai direttori e ai dirigenti della stampa cattolica il 23 novembre 2023 (Foto Giornalisti Italia)

Richiamando le parole del messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Leone XIV ha scandito forte il suo messaggio: «disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività; non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce».

Insomma, «disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace».

Sul solco tracciato da Papa Francesco, il nuovo Pontefice si è, quindi, soffermato anche sulla necessità di responsabilità e discernimento di fronte all’intelligenza artificiale: «Di fronte al  potenziale immenso dell’intelligenza artificiale, bisogna avere responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità – ha ammonito Leone XIV – riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali».

Papa Leone XIV

Infine, l’appello per la liberazione dei giornalisti in carcere per raccontare la verità: «Solo i popoli informati possono fare scelte libere. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa».

Un’udienza scandita, dall’inizio alla fine, dagli applausi dei giornalisti che hanno percepito chiaro e forte il richiamo all’alto senso di responsabilità a cui siamo tutti chiamati per portare avanti «il servizio alla verità». (giornalistitalia.it)