«In questi anni i sindaci, sempre in prima linea, con dignità e orgoglio, hanno portato avanti tantissime battaglie rivendicando il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla mobilità, allo sviluppo per questo territorio, tutti costituzionalmente riconosciuti ma tutti puntualmente negati». E’ quanto sostengono il presidente dell’associazione dei comuni della Locride Caterina Belcastro e il presidente del comitato dei sindaci Giuseppe Campisi in un documento consegnato ai leader sindacali Landini, Sbarra e Bombardieri presenti ieri a Siderno.
«Abbiamo denunciato le carenze strutturali della sanità territoriale e dell’Ospedale di Locri, abbiamo insistito sulla necessità di migliorare l’accessibilità di questa area portando all’attenzione delle Istituzioni competenti la questione della Strada Statale 106 e della Ferrovia Jonica, dell’ammodernamento della Strada di Grande Comunicazione Jonio-Tirreno e della realizzazione dell’attraversamento Bovalino-Bagnara» aggiungono Belcastro e Campisi.
«Abbiamo insistito e, insistiamo, sulla necessità della messa in sicurezza del territorio, sul quale le conseguenze del dissesto idrogeologico le viviamo sulla nostra pelle ogni qualvolta si verificano, sempre più spesso, eventi metereologici di eccezionale portata. Potremmo continuare, ma correremmo il rischio di ripeterci e di ripetere, inutilmente, argomenti a Voi tutti ben noti. Sono temi sui quali piccoli e timidi pass sono stati fatti, ma moltissimo resta ancora da fare. Continueremo caparbiamente a portare avanti le nostre battaglie affinché ai nostri cittadini possano esse garantiti, su questo territorio, i diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione».
«Non possiamo sottrarci dal portare alla vostra attenzione alcune questioni specifiche strettamente legate alla vita dei nostri Comuni. Probabilmente saranno delle cose a voi note, ma abbiamo il dovere di ribadirle. Ci sono due servizi in particolare, strettamente legati al tema della transizione ecologica, che pesano sulla vita amministrativa dei Comuni e la cui efficienza gestionale è la precondizione per l’avvio di qualsiasi azione di sviluppo del territorio, soprattutto in chiave turistica».
«La gestione del ciclo integrato delle acque e dei rifiuti rappresentano, ancora oggi, per la stragrande maggioranza dei Comuni una criticità che si riverbera necessariamente sulle condizioni finanziarie degli enti: i maggior costi dovuti alle carenze strutturali e gestionali e la non adeguata capacità di riscossione creano forti scompensi nei bilanci degli Enti. Servono investimenti sulle reti, sugli impianti e serve soprattutto garantire un modello di gestione pubblico efficiente».
«In questi anni gli stringenti parametri dentro cui si è dovuta contrarre la spesa pubblica hanno reso gli organici dei comuni ridotti al minimo. Paradossalmente l’avvio del percorso di superamento del precariato storico degli LSU/LPU impiegati negli enti locali ha prodotto una drastica diminuzione della forza lavoro a disposizione dei Comuni. Nella stragrande maggioranza dei casi si è passati dalle 26 ore settimanali dei contratti a tempo determinato alle 18 ore dei contrati a tempo indeterminato. Al precariato storico si è aggiunto più recentemente un altro bacino di precari che è quello dei “tirocinanti”, vicenda sulla quale ancora in queste ore si sta consumando un dibattito che non dà nessuna certezza per il futuro».
«Qualche tecnico in più dentro gli uffici tecnici dei Comuni non basta per affrontare e risolvere il problema dell’efficienza della pubblica amministrazione. Se saremo chiamati a dover essere parte attiva nei processi di spesa per investimenti programmati per i prossimi anni (PNRR, Fondi Coesione, ecc.), nella condizione in cui siamo sarà difficile adempiere in maniera rapida e puntuale. Per questo chiediamo alle Organizzazioni Sindacali di farsi essi stessi promotori di un dibattito che possa portare ad un intervento governativo risolutivo sul tema del lavoro all’interno dei Comuni. Serve un superamento definitivo del precariato, storico e recente, con contratti a tempo pieno e non parziale, anche per dare dignità ai tanti lavoratori che vivono una condizione francamente insostenibile. Tale processo non deve ovviamente “pesare” sui Comuni che devono poter mantenere inalterata la propria capacità assunzionale al fine di non inficiare l’avvio di processi di ricambio all’interno della pubblica amministrazione attraverso l’avvio di concorsi pubblici».
«Le politiche sul lavoro e sull’occupazione, sia nel comparto pubblico che privato, sono determinanti per aumentare rapidamente la competitività e l’attrattività di questo territorio. Questa è la direzione giusta, mettere in campo tutte le strategie e le azioni possibili per perseguire questo obiettivo. La sfida è ardua ma non impossibile. La Zes, di cui auspichiamo un effettivo avvio dell’operatività, può rappresentare un motore di ripresa economica, un volano di sviluppo i cui effetti occupazionali e socio-economici potrebbero e dovrebbero riguardare anche questa area attraverso un diretto coinvolgimento».
«Non vogliamo consegnarvi un “pianto di dolore”, né pensiamo che la soluzione salvifica ai nostri problemi debba arrivare da chissà dove. Non siamo una classe dirigente rassegnata, tutt’altro: siamo consapevoli e responsabili, sappiamo che dovremmo essere noi e le nostre comunità a dover lavorare. Questa è una terra bella, dove ci sono energie positive, bellissime esperienze di vissuti politici, sociali e imprenditoriali. Con umiltà, consapevolezza e responsabilità da un lato, e con dignità, coraggio, fermezza e orgoglio dall’altro, chiediamo e rivendichiamo attenzione per un territorio che ha la volontà di trasformare le proprie potenzialità in occasione di crescita economica e ricchezza sociale, per sè stesso e per l’intero Paese» concludono i sindaci della Locride.
fonte: ilreggino.it