di Francesco Marrapodi
Cecè Barretta è una leggenda che vibra tra le corde dell’anima calabrese. La sua voce inizia a farsi strada tra gli angusti anfratti di Rocca di Neto – suo paese natale – fino a raggiungere le vette dell’Aspromonte e le coste del Tirreno e dello Ionio, portando con sé l’eco di una Calabria antica e indomita. Tra i suoi brani più amati, “La tarantella i da famijjia” è diventata un simbolo: una canzone che rinnova la tradizione calabrese, trasformando la tarantella in un linguaggio moderno, capace di far ballare e commuovere allo stesso tempo.
Se “Calabrisella mia” resta un pilastro della musica popolare, la tarantella di Cecè Barretta rappresenta la sua naturale evoluzione: un ponte tra passato e presente, tra memoria e innovazione. È la Calabria che non si ferma, che sa reinventarsi restando fedele alle proprie radici.
Ogni nota racconta orgoglio, appartenenza e passione. È una musica che non si limita a far muovere i piedi, ma accende il cuore. È la Calabria che canta se stessa, che si riconosce e si fa riconoscere nel mondo.
Anche oggi, nell’era dei social e dell’intelligenza artificiale, Cecè Barretta continua a emozionare. La sua tarantella non è solo un ritmo: è un richiamo primordiale, un invito a ricordare chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
“La tarantella i da famijjia” entra, insomma, in una dimensione sospesa tra mito e realtà, dove la Calabria diventa leggenda e Cecè Barretta ne è il cantore immortale. La sua musica è un’onda che travolge, una luce che resiste, un inno eterno alla grandezza di una terra che si distingue ed eccelle anche attraverso il canto.
