COMUNICATO STAMPA
Roma, 17 giugno 2025 – La giornata di ieri ha visto consumarsi l’ennesima escalation di violenza e criticità all’interno di diversi istituti penitenziari italiani. Presso il Carcere di Spoleto – dove era presente una delegazione del Si.N.A.P.Pe – e poi ancora a Terni, Aosta e Reggio Calabria, si sono susseguiti gravi episodi di tensione, aggressioni, tentativi di rivolta e situazioni ingestibili che confermano, ancora una volta, lo stato di profonda crisi del sistema penitenziario italiano.
Sovraffollamento, carenza di personale, gestione difficoltosa dei detenuti psichiatrici e ad alta pericolosità sociale, scarsità di risorse e logistica ormai al collasso: questi gli elementi che ogni giorno alimentano il rischio costante per la sicurezza di chi lavora nelle carceri e per la tenuta dell’intero sistema.
«La Polizia Penitenziaria — denuncia il Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, Dott. Roberto Santini — lavora ormai da anni in un clima di emergenza permanente, ma ciò che si sta profilando nei prossimi mesi
rischia di essere senza precedenti. Con l’avvicinarsi dell’estate e con organici già al limite, il personale sarà costretto a gestire una pressione insostenibile su ogni fronte. Parliamo di uomini e donne che ogni giorno mettono a rischio la propria incolumità fisica e psichica nei reparti detentivi, spesso in assenza di strumenti adeguati per garantire la sicurezza propria e quella degli istituti».
Il Si.N.A.P.Pe evidenzia come le tensioni si stiano moltiplicando in modo esponenziale:
• sempre più numerosi i detenuti con patologie psichiatriche non gestite;
• persistente sottodimensionamento degli organici;
• continuo incremento di detenuti ad alta pericolosità e difficili da contenere;
• strutture inadeguate ad affrontare l’attuale complessità del mondo carcerario.
«Non si può continuare a gestire una materia così delicata affidandosi al senso del dovere degli operatori. Serve una svolta politica vera, un Piano Straordinario per l’Emergenza Carceraria. Non servono più tavoli
tecnici, ma decisioni rapide e risolutive», prosegue Santini.
Alla luce di quanto accaduto, il Si.N.A.P.Pe lancia un appello pubblico e diretto:
• al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, per un’assunzione di responsabilità politica immediata;
• ai Sottosegretari alla Giustizia, perché promuovano una rapida ricognizione della situazione negli istituti, partendo dalle carceri più in sofferenza;
• al neo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. De Michele, perché già nelle prime settimane del suo mandato apra un confronto vero e operativo con le organizzazioni sindacali.
Il Si.N.A.P.Pe, pur confermando il proprio senso di responsabilità istituzionale e la disponibilità a collaborare, avverte: non basteranno promesse generiche o futuri programmi di riforma, serve un’azione
immediata per impedire che l’estate 2025 si trasformi in un punto di rottura irreversibile per il sistema penitenziario italiano.