C’era una volta il tempo in cui il termine ‘processione’ bastava da solo per emanare un senso di condivisione e fratellanza. Un tempo lontano, sembra, assistendo a episodi come quello verificatosi nelle ultime ore a Caraffa del Bianco, dove il parroco don Sylvestre Ibara, 37 anni, congolese, è stato selvaggiamente aggredito nel corso di un incontro per discutere della festa patronale in programma tra una quindicina di giorni. L’aggressore sarebbe, appunto, uno dei promotori della festa, un 50enne operaio incensurato, contrariato per le difficoltà economiche legate all’organizzazione dell’evento e indispettito per i divergenti punti di vista sulla stessa. Subito dopo l’assalto il parroco, in stato di shock, è stato trasportato dal 118 dapprima all’ospedale di Locri e poi ricoverato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Il ceffone ricevuto gli ha provocato una ferita lacero-contusa ai lati di un occhio. Ferita che si teme possa portare  al distacco della retina, i sanitari non escludono si renda necessario un intervento chirurgico. I Carabinieri del Gruppo Locri hanno avviato indagini sull’accaduto. Nello scorso mese di maggio, un altro prete sempre del Reggino, a San Giovanni di Gerace, era stato schiaffeggiato dal sindaco Giuseppe Vumbaca che non avrebbe gradito le critiche rivoltegli nelle ultime omelie. Lo stesso Vumbaca appresa la notizia dell’aggressione al parroco del piccolo centro della Locride ha immediatamente scritto una missiva al vescovo di Locri mons. Francesco Oliva per condannare il gravissimo atto di violenza e allo stesso tempo per esprimere amarezza per quanto accaduto: “Non riesco a non sentirmi indirettamente responsabile” ha scritto, infatti, il primo cittadino “col mio brutto gesto nei confronti di don Vincenzo Tassitani ho in qualche modo “aperto” la strada a successivi atteggiamenti di polemica contro la Chiesa locale ed a questa ultima e – mi pare di capire – più grave aggressione ai danni di un sacerdote”. “Di questo sento forte il peso e l’angoscia” conclude. Non è tardata la risposta del vescovo Oliva “Grazie sindaco per il bel gesto. Anche se non vedo collegamento tra i due fatti, apprezzo e condivido la tua riflessione. Nella nostra Locride i sacerdoti portano avanti un  lavoro silenzioso e nascosto, che giova molto allo sviluppo morale della nostra terra”. In chiusura il vescovo di Locri ricorda: “Chiedo sempre di pregare per i sacerdoti in prima linea in campo formativo, nella lotta a favore della legalità e della riconciliazione. L’amore per il popolo li sostiene e li incoraggia”.
ALESSANDRA BEVILACQUA
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