“Ottobre è il mese della prevenzione del cancro alla mammella, tumore che, forse, è la neoplasia  che maggiormente implica un coinvolgimento multidisciplinare per le sue specificità biologiche, compresa la delicata branca della psicologia oncologica. Ogni anno circa 1.500 donne calabresi in età produttiva si ammalano di cancro della mammella e non sempre per loro il percorso di diagnosi e curaè semplice. Due donne calabresi su tre cercano in altre regioni  risposte alle paure e trattamenti efficaci e sicuri”. Lo afferma in una nota Donne e Diritti.

“Adesso, però, qualcosa cambierà: anche le pazienti calabresi avranno finalmente le stesse opportunità delle altre donne italiane in fatto di accesso a cure e assistenza. Infatti il decreto 100 del 15 luglio 2020 a firma del gen. Saverio Cotticelli, Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro del sistema sanitario calabrese, istituisce la rete regionale delle Breast Unit, che è una struttura multi professionale  che, con un lavoro di squadra, si prefigge di seguire la paziente non trascurando l’aspetto psicologico e naturalmente tutti gli effetti collaterali che la terapia oncologica comporta, comprendendo sia le strutture dedicate alla senologia diagnostica, sia quelle legate agli approfondimenti diagnostici come l’anatomia patologica e la medicina nucleare, sia quelle dedicate alla terapia quali la chirurgia senologica, chirurgia ricostruttiva ed oncoplastica, oncologia medica, radioterapia, fisiatria, psico-oncologia. Lo scopo è quello di aiutare ed incoraggiare le donne a vivere meglio questa dolorosa esperienza con la consapevolezza da parte loro che a fianco del loro percorso ci sono professionisti consapevoli e sensibili al loro disagio e alla loro sofferenza, oltre che alla loro malattia. Finalmente anche in Calabria arrivano queste strutture di “ Breast unit” ovvero “Unità del seno” in alcuni ambiti del territorio regionale scelti a seconda del bacino di utenza, dove la paziente sintomatica possa essere visitata da specialisti dedicati, eseguire in tempi rapidissimi gli accertamenti che conducano ad una diagnosi, a cui possa seguire il trattamento medico, chirurgico (compreso quello ricostruttivo ed oncoplastico) e radioterapico necessario. La Breast Unit prende in carico la paziente fin dall’inizio, e la guida lungo un percorso appropriato, discusso collegialmente e integrato nelle procedure. La Breast Unit deve essere, per motivi logistici e sanitari, ubicata nell’ospedale che deve annoverare tutte le figure specialistiche precedentemente descritte. Le specialità operano in modo integrato complementare, l’ideale sarebbe, e noi l’auspichiamo,  costruire appositi spazi che prevedano la presenza, nel medesimo centro, di tutti gli specialisti coinvolti nella Breast Unit in modo che la donna possa recarsi in una struttura dedicata dove è possibile erogare tutte le prestazioni senologiche. La Breast Unit ha come obiettivo quello di garantire alla donna prestazioni di qualità perché erogate da specialisti dedicati esclusivamente alla senologia che diventano senologi dopo un percorso formativo e di tutoraggio, per questo, si prevede un impegno primario che è quello di istruire giovani medici degli ospedali periferici alle tecniche chirurgiche e oncoplastiche, di cui il sistema sanitario pubblico calabrese ha assoluto bisogno. La Breast Unit si occupa delle pazienti sintomatiche, delle paziente della fascia ad alto rischio, delle pazienti positive allo screening mammografico di base. Le Breast Unit operano in rete con le strutture di radioterapia regionali e sono collegate ai Centri di Prevenzione Oncologica, alle unità di senologia diagnostica del territorio che svolgono lo screening mammografico a basso rischio, ai consultori familiari. Le pazienti che risultano positive allo screening mammografico sono inviate alla Breast Unit di riferimento territoriale la quale garantisce anche la chirurgia ricostruttiva ed oncoplastica del seno con la partecipazione del chirurgo plastico ricostruttivo nella equipe della Breast Unit. Per quanto è stato reso noto in Calabria le Breast Uniti sono identificate  per l’area nord l’Ospedale SS. Annunziata di Cosenza, per il centro l’Ospedale Pugliese Ciaccio gemellato con il Policlinico Universitario Mater Domini a Catanzaro e per il sud della Calabria, l’Ospedale Bianchi Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. Il decreto era atteso da tempo e giunge con un ritardo di anni rispetto ad altre Regioni italiane, ma è arrivato. Ed è molto importante perchè oltre a garantire un percorso diagnostico-terapeutico e di follow up alle donne con tumore al seno, promette di arginare l’annoso fenomeno della migrazione sanitaria e il ricorso a strutture non idonee al trattamento di questo tumore. Con La realizzazione di tre Breast Unit in Calabriafinalmente, le donne che scoprono di avere un nodulo al seno saranno curate in linea con tutte le normative scientifiche, europee e italiane Le strutture sanitarie calabresi nelle quali nasceranno le tre Breast Unit sono state individuate sulla base del numero degli interventi chirurgici effettuati negli ultimi 3 anni e dovranno effettuare ciascuna almeno 135 interventi per anno per tumori primari. Per curare la mammella non basta più il bravo chirurgo ma serve un team multidisciplinare che tratta volumi importanti e che sulla base di fattori prognostici e predittivi condivide e sceglie le terapie migliori. La costituzione delle Breast Unit permetterà finalmente alle donne di essere curate in Calabria.

I dati di letteratura e le evidenze scientifiche evidenziano come nelle Breast Unit il tasso di successo sia molto elevato, da qui la necessità di autorizzare la costituzione di questi Centri Multidisciplinari di Senologia nei grandi ospedali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, uniformando così la regione Calabria al resto d’Italia.Purtroppo ancora oggi una donna che scopre di avere un nodulo mammario nella maggior parte dei casi si reca in altre Regioni per essere operata. Tutte le calabresi, indipendentemente dal ceto sociale, avranno la possibilità, con queste strutture, di essere curate nella propria Regione ed evitare i cosiddetti viaggi della speranza. Per questo motivo come “Donne e Diritti”, dopo aver condotto e vinto una grande battaglia per consentire uno screening gratuito a tutte le donne Sangiovannesi, rivendicato la dotazione strutturale del mammografo nel nostro Ospedale ed il rilancio del Consultorio Familiare, riteniamo fondamentale far conoscere e difendere questa nuova struttura per rafforzarla,  fruirne al meglio ed impedire che attacchi strumentali, sempre portati al fine della mercificazione della salute speculando sui bisogni delle persone, possano fuorviare dal vero obbiettivo: accrescere i servizi pubblici sanitari e sociali per garantire la piena applicazione del dettato costituzionale anche in Calabria. L’emergenza covid non può oscurare i problemi strutturali del sistema sanitario calabrese, anzi deve diventare una occasione per ripensarlo e riorganizzarlo: questo nuovo servizio va nella direzione giusta!.