Commisso: “Chiedo scusa per i cori sull’Heysel e Scirea. Con la Juve per me è un sogno”

Il presidente della Fiorentina parla dei cori di una parte di tifoseria: “Mi prendo la responsabilità, ma sono tifosi che non mi appartengono”.
Il presidente viola Rocco Commisso parla a La Stampa alla vigilia di Fiorentina-Juventus. Queste le sue parole: “Cosa dovrebbero imparare l’Europa e l’Italia dall’America? Il fair play. Non posso accettare parole di odio, insulti contro gli avversari da parte dei tifosi. Io sono cresciuto nella terra della trasparenza, delle opportunità, sono un testimone e un esempio del fatto che chi lavora duro coglie dei risultati. E il valore sportivo è il primo valore morale. La discriminazione, la violenza verbale, i cori razzisti non fanno parte del mio vocabolario. Sottolineo che il problema riguarda altre tifoserie e altre squadre anche internazionali. Ma mi prendo la responsabilità per i miei tifosi e quelle minoranze che si permettono di insultare la memoria di Scirea o delle vittime dell’Heysel: sono tifosi che non mi appartengono. E chiedo scusa, come ho fatto con la moglie di Scirea. Spero che domani prevalga la civiltà sportiva. Sarà una partita bellissima, per me è un sogno che diverta realtà”.

MERCATO. “Si dovrebbe poter lasciare investire in una squadra che oggi è svantaggiata. La Juventus paga i suoi giocatori circa 300 milioni di euro all’anno, i nostri il paghiamo circa 50. Una differenza che da sola la dice tutta. Detto questo abbiamo già fatto molto, abbiamo cambiato 8 giocatori, cerco di rilanciare il gioco e di creare uno spirito di squadra compatto”.

AGNELLI. “Soggezione? Assolutamente no. E perché mai dovrei esserlo? Sono orgoglioso di quello che ho fatto nella mia vita. Del resto, guardi, quando ha avuto bisogno di aiuto la famiglia Agnelli si è rivolta a un immigrato italo americano come me che ha fatto cose straordinarie. Li rispetto, vado d’accordo con loro e credo che il rispetto sia reciproco. E aggiungo: sono qui per imparare ed emulare”.