E’ durata circa tre ore l’audizione dei due giocatori e  dell’accompagnatore della squadra di calcio dell’Acri davanti agli investigatori che stanno conducendo l’inchiesta sulle intimidazioni che sarebbero avvenute prima del match con il Guardavalle, fissato per lo scorso 28 febbraio nell’ambito del campionato di Eccellenza. I tre avrebbero confermato pienamente le gravi violenze che avrebbero subito pima dell’incontro davanti al sostituto procuratore, Fabiana Rapino, assegnataria del fascicolo d’inchiesta aperto nell’immediato dal procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’antimafia.
In particolare un giocatore avrebbe subito gravi minacce e lesioni, prima della partita mentre si trovava in un ristorante dove gli sarebbe stato puntato alla gola un coltello da cucina; mentre l’altro sarebbe stato aggredito a calci pochi minuti prima di entrare in campo, circostanza rispetto alla quale, oggi, l’avvocato Sabrina Rondinelli che rappresenta tutte e tre le vittime, ha prodotto la documentazione medica rilasciata dall’ospedale di Cosenza dove il giocatore è stato medicato dopo il pestaggio. Una vicenda di particolare violenza, quella su cui sta indagando la Dda del capoluogo, e che ha portato la squadra dell’Acri a ritirarsi prima dell’incontro che proprio per questo, alla fine, non si è disputato. Intanto si fa spazio l’ipotesi che potrebbe essere stato un agguato mafioso. Indicativo, in tal senso, il fatto che il fascicolo sia stato aperto proprio dalla Dda del capoluogo.  In particolare, gli inquirenti starebbero ricostruendo quanto avvenuto nel ristorante dove stavano pranzando i giocatori dell’Acri.
ALESSANDRA BEVILACQUA8110news