SIDERNO – la grande sfida tra Locri e Siderno cancella anche la classifica. Non importa se il Locri è molto avanti e non importa se il Siderno attraversa un pessimo momento. Il derby è il derby. Vincere questa partita, per l’una o per l’altra squadra, rappresenta uno dei principali obiettivi di giocatori e allenatore ma anche di tifosi e dirigenti. Una vittoria diventa addirittura, per le due cittadine, un fatto emblematico di caratura sociale, fortemente importante, che risale alla notte dei tempi e che si trascina da quando la “rivalità” era il pane quotidiano per gli abitanti delle due città, e non solo in ambito calcistico. Anche se Sidernesi e locresi hanno da sempre un’innata cultura sportiva e sono forti di due società che hanno una storia calcistica di oltre cento anni vissuta tra alti e bassi, e nei campionati piu’ disparati, con scontri diretti dalla prima categoria alla serie D. Ma se è vero che già da molti anni il “campanile” tra le due città ,se non scomparso, si è fortemente affievolito, è anche vero che la rivalità sportiva, è rimasta quella di sempre e quando si gioca il derby è duello vero, senza esclusione di…tifo. Siderno Locri o Locri Siderno è anche un fatto sociale che polarizza l’attenzione della gente, anche di chi con il calcio non ha nulla a che vedere. E la stessa aria che si respira nelle due città , alla vigilia del derby, che stimola un interesse corale che travalica il mondo del calcio ed è ingigantito dai preparativi delle due tifoserie che fanno a gara – anche loro – per superarsi a vicenda in coreografie e in chiasso assordante. Un ” movimento” che coinvolge la gente , che stimola interesse, che invita ad essere partecipi sotto l’egida dell’una o dell’altra squadra. Una “gara”, il derby, che, negli ultimi anni, ha costretto anche i rappresentanti istituzionali a partecipare attivamente al pre-partita non fosse altro che per lanciare un doveroso messaggio sociale in un momento in cui il calcio, ad ogni livello, purtroppo, mostra la sua brutta faccia, quella della violenza. Significativo è stato lo scorso anno ” l’abbraccio “, sul terreno di gioco, dei due sindaci Pietro Fuda e Giovanni Calabrese in un momento in cui le due squadre lottavano entrambe per la vittoria del campionato. Un gesto che è servito come grande esempio per tutti i cittadini della Locride e che ha contribuito a smorzare qualsiasi tentazione oltranzista facendo trionfare la sportività. “ Il derby – hanno detto insieme – deve essere e deve restare un momento sportivo da vivere anche intensamente ma senza oltranzismi e senza provocazioni esterne”. Ed ha trionfato la sportività ; quella grande sportività che, fatti salvi alcuni eccessi di sparute minoranze, è sempre stata un segno distintivo delle due tifoserie e che rende giustizia a due squadre e due città che sono il perno motore di una Locride che , pur oppressa da molti mali, è terra ancora capace di esaltarsi e di lottare per stare al passo con i tempi, auspicando un futuro piu’ degno delle sue grandi potenzialità, e che anche attraverso lo sport può, e vuole dare, il suo messaggio di civiltà che, piaccia o non piaccia, si tramanda da millenni e che nessuno può cancellare. Un derby, dunque, che non è solo calcio giocato ma che dovrà servire – almeno è questo l’augurio che ci sentiamo di fare – come esempio di grande maturità sociale.

Aristide Bava

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