R. e P.
Un’ indecenza , una situazione economica e sociale, al limite di una società civile occidentale, la politica sempre più lontana dalla gente e apprendemdo le notizie recenti, sempre più vicina alla malavita, a poteri ambigui che non portano bene comune, ma solo bene personalistico – Un destino crudele, colpe condivise, malagestione cronica, che hanno stremato il limite di sopportazione della gente comune, che nella sua unione compone una comunità di serie B, quella comunità che paga le tasse ,per come può, senza ricevere servizi, nonostante il reddito pro capite che impera sul castello della povertà. Impoverimento generale, sia economico che sociale, invecchiamento delle regioni del sud, visto la decisa azione dei nostri giovani di cercare una chance di dignità, nel nord Europa, in continenti nuovi e in economie emergenti, non potendo accedere alla loro opportunità nella loro terra. Istituzioni sempre più lontane, meritocrazia solo optional nelle valutazione dei dipendenti delle stesse, sempre più impantanate in sistemi non codificati e invasivi, che indeboliscono la forza dello stato e rafforzano sistemi paralleli che di sicuro, non essendo alla luce del sole , non sono leciti, costituzionali e garanti della legalità e della trasparenza. Un vento nuovo, potrà spirare, dopo le burrasche di tramontana che hanno colpito la nostra terra , dopo la prematura dipartita del Presidente Santelli, dopo le tragicomiche farse dei commissari dimessi , dei commissari che non accettano un incarico per motivi familiari , in un settore che ha la più importante delle priorità, quella che riguarda la salute dei cittadini calabresi, già vessati dall’inefficacia cronica dei nosocomi che sono sparsi nella regione e “amarus in fundo,” l’arresto del Presidente del Consiglio Regionale, cosa dovrà succedere ancora in questa terra? Il povero cittadino, quasi sempre obbligato ad emigrare per curarsi, visto che non si fida più, di sicuro influisce inconsciamente sull’avanzamento esponenziale della sanità privata, che di fatto doveva essere un ’alternativa valida e non scelta obbligata. Cittadino che ormai stanco, si sente sempre dire che manca lo specialista, che non funziona il solito macchinario di ultima generazione che non solo potrà avere difetti nella funzionalità , ma cosa più grave a volte non lo si sa utilizzare, vista la scarsa azione formativa verso i dipendenti nel mondo lavorativo pubblico sanitario. Abbiamo assistito nel passato a doppioni presidi ospedalieri, attaccati a distanze pazzesche ( 3 o 4 km) ogni politico voleva avere l’ospedale nel proprio paese, tutto questo ci ha regalato una visione grottesca della politica nazionale e locale passata, stiamo ancora assistendo a una politica assistenziale territoriale quasi inesistente che oggi fosse stata efficiente ci sarebbe stata utile nel combattere la bestia COVID senza intasare ospedali e creare criticità emergenziali. Potremmo scrivere una tesi di laurea , sull ‘inefficacia della pubblica amministrazione, carente di funzionalità , indotta, dove la politica non mette mani, o se si permette non capisce da dove si debba iniziare. Oggi più che mai , il cittadino calabrese , la comunità calabrese , sono sbeffeggiati dal lavoro legittimo della stampa nazionale che devono compiere in maniera trasparente il proprio lavoro ,ma la cosa più grave è che sono puniti da un debito pesante mai colmato dai commissari governativi che si sono succeduti nell ultimo decennio che di fatto mettono tutto il popolo calabrese sulla stessa scialuppa di salvataggio in questa tempesta senza precedenti , in questa mareggiata che mette tutti in balia delle onde , logico , intelligente e obbligatorio , sarà reagire tutti, indipendentemente dal lavoro che si fa o dal colore politico alla quale si crede, oggi più che mai ogni calabrese dovrà essere attore principale della rinascita, ognuno di noi dovrà issare la sua vela , verso questo vento che spinge un cambiamento debole, verso quel vento che prima d’ora non si era visto nella rosa dei venti della nostra terra, che colpita come altre dal COVID sembra voler alzarsi, reagire e issare quell’albero , muovere quel volano della cosi agognata rivoluzione cultural popolare che dovrà essere cercata per poter direzionare il boma, verso il vento dignitoso , consentendo alla nostra barca comune di uscire da queste acque mobili putride e pericolose.
Gianpiero Taverniti