Per far lavorare le imprese impegnate nell’esecuzione di lavori stradali e nella posa di cavi elettrici sul territorio catanzarese chiedevano la “bustarella” e se qualcuno si rifiutava entravano in azione con dei veri e propri “avvertimenti”.

È questo quanto ricostruito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro che stamani – nell’ambito dell’operazione chiamata in codice “Pneus” – hanno fatto scattare le manette per tre uomini del posto gravemente indiziati in relazione a delle estorsioni tentate e consumate con modalità mafiose.

Per due di loro si spalancati i cancelli del carcere, mentre un terzo indagato è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

I DETTAGLI

Ai provvedimenti odierni – emessi dall’Ufficio Gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia – si è giunti a conclusione di un’attenta attività di indagine condotta dai militari dell’arma del capoluogo e della Compagnia di Girifalco, coordinati dalla Dda, a seguito di una serie di atti intimidatori avvenuti, da febbraio a dicembre del 2020, tra Amaroni, Borgia e Squillace.

Ad essere presi di mira dalla “banda” sia imprenditori locali chealcuni provenienti da altre province calabresi e operanti nel territorio di riferimento.

Particolare “attenzione” era stata riservata dai presunti estorsori alle ditte impegnate nei lavori stradali, nonché agli esercenti locali di attività commerciali.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali è stato eseguito il sequestro preventivo dei conti correnti bancari e postali riconducibili a uno degli indagati.

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