Estate di fuoco, nel vero senso del termine, su ogni fronte, su ogni versante, come anche su quello meteo che negli ultimi giorni ha portato la colonna di mercurio, stabilmente sopra i 37 C° , fino a toccare punte massime dei 41 C°. Calabria, un giardino sul mediterraneo, che nella sua variegata e ricca vegetazione compone quel tesoro di macchia mediterranea che dona ricchezza non solo alla regione, ma per pregio anche alla penisola italica. Già un giardino immenso, composto da quattro  parchi naturalistici di rilevante importanza , quelli delle Serre , dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino, stessi parchi che hanno pagato dazio di impoverimento per  mano dell’ignorante mano del piromane che ha alimentato assieme a incendi colposi o casuali( del contadino che brucia le sue sterpaglie)e a quelli sporadici ma esistenti per combustione, un numero incredibile di focolai nella regione , che solo nella giornata di ieri( 10 agosto 2021) hanno toccato quota 190.

 

Stessi focolai difficili da domare che hanno impegnato mezzi, uomini, elicotteri e canadair ed hanno messo a dura prova il corpo dei puntuali e irriducibili vigili del fuoco, che hanno dovuto spartirsi in ogni angolo della Calabria. Chia ma la natura e la civiltà, lavorando tutto l’anno nella direzione di rispettarla, soffre nel vedere questi inferni rossi anche a ridosso dei centri abitati che hanno dovuto subire azione di sgombero per incolumità dei residenti ed addirittura nel capoluogo di Catanzaro, accerchiata dalle fiamme, ieri alle 12 , nella centralissima piazza Matteotti, si è potuti assistere a una vergognosa ”nevicata nera” d’agosto di fuliggini , trasportate dal dannoso vento che ha contribuito alla diffusione degli incendi. Una considerazione, da calabresi , è doverosa farla, se vogliamo essere onesti fino in fondo, focalizzando i 190 focolai di ieri, se consideriamo nelle medie nazionali che il 30% possano essere colposi o non volontari del povero contadino che nell’incauta azione di appiccare le sterpaglie in giornate ventose, può non controllare l ‘espansione delle fiamme , oppure un ‘altra percentuale dovuta alla combustione naturale ed alle alte temperature, ma il restante 70%(152 focolai) chi li ha provocati? Di certo non sono opera dello spirito diabolico di Satana dell’Inferno? Ai cittadini onesti, l’ardua risposta che se farcita di onestà intellettuali, andrà nella direzione di additare le colpe ai delinquenziali e incivili piromani di casa nostra, che non hanno il tempo, l’intelligenza e la cultura di tenere bene a questa terra, cercando altre fonti produttive per crearsi un utile economico, ma hanno solo la passione sfrenata e diabolica di distruggere tutto ciò che ci circonda. PERCHE’? Secondo voi, i piromani, compiono queste opere delinquenziali per interessi?  Ci sono leggi severe, che cercherebbero di contrastare questo fenomeno diffusissimo non solo in Calabria, ma purtroppo, non sempre sono esecutive per diverse vicende giuridiche, ma perché ai piromani beccati in flagranza di reato, non si bloccano o non si confiscano i propri beni affinchè gli stessi possano essere utili a ripagare, un parziale valore del bene pubblico distrutto? In tantissimi, ormai siamo stanchi di vedere questa immagine bruciata della Calabria, oltre che ad essere indignati di vedere la nostra terra bruciare inesorabilmente davanti alla rassegnazione e alla non sempre efficace azione di spegnimento, consci che la carenza di uomini, mezzi e la gravità dei roghi, anche nel caso comprovato della provincia di Reggio Calabria, ha necessitato l’intervento urgente dell’Esercito Italiano, da oggi (p.c.l.). La ricchezza paesaggistica e naturalistica non si bruciano, si salvaguardano, nei paesi civili e nelle regioni che vogliono crescere e se non rammento male, da 40 anni assistiamo a un costante e scottante impoverimento che di certo non fa bene a nessuno e ancor di più, alle nuove leve che ormai non scelgono più di mettersi in gioco in questa terra maledettamente bella, ma che ha incredibili e nocive contraddizioni.

GIANPIERO TAVERNITI