Oltre due milioni di euro di danni. È questo il bilancio, ancora parziale, della presenza fuori controllo dei cinghiali in Calabria. Secondo le stime raccolte dalla Regione, che si basano sulle numerose richieste di risarcimento presentate da cittadini e agricoltori, i danni non si limitano alle colture devastate: nel computo rientrano anche gli incidenti stradali, alcuni dei quali con esiti tragici.

Come quello che, nell’estate del 2019, è costato la vita a un 46enne di Simeri Crichi, travolto da un cinghiale mentre era in moto. O, più recentemente, l’aggressione a un agricoltore di Cetraro, colpevole solo di voler difendere la sua terra dall’assalto degli ungulati.

Nel biennio 2023-2024 (quest’ultimo considerato solo per il primo semestre), la Regione ha erogato circa 430mila euro per danni a privati cittadini e oltre 1,5 milioni agli agricoltori, per raccolti distrutti.

Le province più colpite:
In cima alla classifica c’è Crotone, con quasi un milione di euro di danni (948.513 euro), seguita da Vibo Valentia (665.649 euro) e Catanzaro, che detiene il primato per indennizzi legati a incidenti stradali (195mila euro). Fanalino di coda Reggio Calabria, con appena due richieste di rimborso per sinistri stradali e nessun danno alle colture registrato.

Piano straordinario in stallo:
A gennaio la Regione ha approvato un piano straordinario per l’abbattimento dell’80% dei cinghiali presenti sul territorio, stimati in oltre 300mila esemplari. Ma, dopo tre mesi, tutto è ancora in fase preparatoria. Lo ha confermato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, che ha sollecitato la Giunta a passare ai fatti.

Attualmente, si sta lavorando alla formazione delle guardie venatorie e all’adozione di strumenti come le gabbie, già sperimentate con successo in alcune aree del Cosentino. «Entro un paio di mesi – ha dichiarato Aceto – speriamo di attivare concretamente il piano». Ma intanto, la Calabria continua a fare i conti con un’emergenza sempre più difficile da contenere.