“Ancora non conosciamo le cause della morte del lupo Arvo -aggiunge la nota- ma possiamo raccontare gli ultimi giorni della sua vita perché abbiamo avuto la possibilità, attraverso un sistema di tracciamento satellitare, di seguire i suoi spostamenti. Il viaggio di Arvo è durato circa 60 giorni, durante i quali ha percorso un suo itinerario lungo l’appennino meridionale che abbiamo tracciato su carta sulla base delle informazioni che ci restituiva il radiocollare che gli è stato montato al momento del suo rilascio. Tecnicamente Arvo era un dispersal, un esemplare giovane di lupo che si allontana dal suo branco di origine, e che si muove anche su lunghe distanze, alla ricerca della sua area esclusiva dove magari trovare un partner di sesso opposto per creare un nuovo branco. Durante il suo intenso girovagare, giornalmente monitorato dai ricercatori di Greenwood che portano avanti il progetto Wolfnet Sila per conto Legambiente e il Parco nazionale della Sila, Arvo ha fornito una mole di informazioni preziosissime, in particolare proprio sulla grande capacità di dispersione tipica di questa specie. Difatti sin dai primi giorni del rilascio, dopo un breve ricongiungimento con il branco suo origine, si è avviato in uno straordinario viaggio di centinaia di chilometri lungo la Calabria la Basilicata e la Campania. Arvo ha ri-percorso itinerari conosciuti e non. Innanzitutto ha confermato la idoneità ambientale dei Parchi nazionali meridionali (Sila, Pollino, Appennino Lucano e Cilento), dimostrando che queste aree protette rappresentano la rete ecologica per la sopravvivenza della specie. Ha segnalato gli ostacoli e le barriere fisiche che ha dovuto superare, anche rischiose, ed ha dovuto cimentarsi con la frammentazione del suo habitat fornendo informazioni utili per intervenire sulle infrastrutture stradali per garantire la sicurezza della specie nell’Appennino meridionale attraverso la metodologia della road ecology. Attraverso itinerario seguito da Arvo, che appena possibile renderemo pubblico, abbiamo registrato come si comporta un lupo nella fase di dispersione che è anche la fase in cui si registrano, purtroppo, alti livelli di mortalità tra i giovani lupi privi della sicurezza del branco ed esposti a svariati pericoli. Un monitoraggio durato solo due mesi che speravamo durasse di più, ma ricco di informazioni che Arvo ci ha fornito e che saranno utili alla conservazione della sua specie. E questa, tra le tante brutte notizie che abbiamo dovuto registrare, è una buona notizia per il lupo in Calabria”, conclude la nota.
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