Il 66° Festival della canzone italiana è stata un’edizione da record su tutti i fronti, a vincere il premio finale classificandosi al primo posto indiscusso sono stati gli Stadio con il brano “Un giorno mi dirai”, al secondo posto invece Francesca Michielin con “Nessun grado di separazione”, terzi Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con “Via di qua”. Il carisma e la potenza della storica band bolognese è riuscita a mettere tutti d’accordo  aggiudicandosi anche il premio “Giancarlo Bigazzi” e quello della sala stampa “Lucio Dalla”.

Nessuno se lo aspettava, infatti nelle classifiche temporanee i primi posti sembrano essere stati già “occupati” dai brani delle nuove presunte promesse del panorama musicale italiano, sarà che i talent hanno sempre avuto un grosso seguito e dei cantanti in gara molti erano ex concorrenti di varie trasmissioni.

In merito alla vittoria degli Stadio a Sanremo è intervenuto Bruno Panuzzo, colui che ha “rivoluzionato” il modo di concepire la comunicazione in Calabria inventando e promuovendo l’idea del libro box. Panuzzo, fan e amico degli Stadio, ha definito la loro vittoria una “rivincita che la vera musica d’autore attendeva da tempo.” E anche se l’artista afferma di non amare particolarmente i Festival,  ammette che Carlo Conti ha ridato alla categoria una nuova luce.

Bruno Panuzzo ha conosciuto gli Stadio durante i suoi viaggi di lavoro, di Curreri ha sempre amato la vocalità e dell’intero gruppo i testi e gli arrangiamenti, molte canzoni sono giunte a lui attraverso i film di Carlo Verdone, che li ha sempre avuti affezionati alle colonne sonore. “è un gruppo particolare – ha affermato – il sound spesso basato sull’elettronica e  posto sempre nel piano dell’innovazione”.  Indimenticabili, per lo storico artista di Bovalino, anche quei  brani degli Stadio che il cinema di Carlo Verdone ha posto a sottofondo nei suoi film più celebri, tra cui: Acqua e sapone, Borotalco e molti altri devenuti ormai deiveri e propri cult italiani.

“Gaetano Curreri è veramente il leader carismatico del gruppo: un anti divo per eccellenza, ma un artista dotato di capacità eccezionali. Ha scritto per Vasco Rossi, Patty Pravo, Irene Grandi e per molti altri. Giovanni Pezzoli è un batterista quotato: ricordo che in una breve chiacchierata gli chiesi chi fosse il “Figlio di p…..” di cui parlava il loro brano. MI rispose con un risata seguata da “Ah io no…”. Andrea Fornili è un vero virtuoso della chitarra: subentrato a Portera ha ridato carattere al sound della band. Considero “epico” il suo poderoso solo di chitarre nel brano “Il Segreto”. Roberto Dovrandi è un ottimo bassista, che assicura assieme a Pezzoli una struttura ritmica eccellente al sound della band. Hanno attraversato i decenni con molta “onestà” musicale, mantenendo la loro identità nel tempo, ma non ignorando le mode e le tendenze. Gli Stadio erano il gruppo del compianto Lucio Dalla e quindi degli esponenti della valevole scuola musicale Bolognese. Credo che siano riusciti ad imprimere il loro marchio nella musica nostrana e la vittoria a Sanremo ne è il suggello” afferma convinto Panuzzo.

Senza giri di parole l’artista ha poi confermato la loro influenza sul suo lavoro musicale, “le loro influenze nelle mie composizioni sono notevoli, e poi Curreri ama i Beatles come me, e proprio loro sono l’anello di congiunzione tra me e loro, il progetto “Rica” sarà basato sulla musica dei Beatles”, in conclusione, felice ha confermato come “finalmente, la musica vera, ha vinto e portato soddisfazioni nel panorama musicale italiano”.

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