di Francesco Marrapodi
Ale non ci sta! Non ci sta – come lui stesso ci racconta –, non accetta le regole di un mondo in declino, dominato dal cinismo e dall’indifferenza. E allora, attraverso la sua arte straordinaria, costruisce universi alternativi, mondi paralleli, vivi e potenti, dove la creatività si trasforma in rivoluzione esistenziale.
Alessandro Spataro è un eroe calabrese dei nostri tempi, uno dei pochi. Un artista che non si limita a dipingere: interviene, agisce, lancia segnali. Insomma, è un faro acceso tra le ombre del presente, simbolo di una resistenza che non ha bisogno di proclami, perché parla con la forza dei colori e delle forme.
Solo pochi giorni fa ha ricevuto un importante riconoscimento dal gruppo Facebook “Insieme per la Calabria”: una delle comunità culturali più attive della nostra terra, diretta dal prof Mario Antonio Musolino e dall’instancabile impegno di amministratori e moderatori da anni impegnati nel sociale, nella promozione di arte, cultura e bellezze del nostro territorio.
Il mondo di Alessandro non è solo rifugio, ma sfida. Una terra di visioni, dove l’arte si fa azione. Le sue opere non si piegano al gusto del mercato o alla logica del consenso, ma parlano una lingua antica e futurista allo stesso tempo: quella dell’immaginazione come arma e dell’immagine come grido.
I suoi soggetti, infatti, sono eroi. Quelli dell’infanzia – dei fumetti, delle serie TV – ma anche volti reali, persone comuni elevate a simboli. Perché per Alessandro, l’eroismo non è spettacolo: è scelta quotidiana. La sua non è la storia del riscatto, ma della determinazione. Come lui stesso afferma, ha affrontato il bullismo come si affrontano le onde: senza scoraggiarsi, né indietreggiare. E ne è uscito forte e vittorioso, più lucido, con una missione chiara: usare l’arte per affermare verità, coraggio e umanità.
Ale è un artista, sì, ma anche un architetto di simboli, un costruttore di miti moderni. I suoi dipinti hanno il potere di risvegliare le coscienze, di scuoterle, e fanno tanto riflettere. I suoi colori sono vivi, quasi incandescenti. I volti raccontano storie di forza, di lotte, di speranza.
E così, nel caos tremendo del nostro tempo, lui, attraverso la sua creatività, ci insegna che l’arte non è solo bellezza: è forza morale, è impegno, è resistenza. Perché Alessandro, con pennello e matite in mano, continua a dipingere, a disegnare, e quindi a combattere – e vincere – la sua quotidiana battaglia contro il male.
Questa è la sua verità. E noi tutti abbiamo il dovere di ascoltarla, di guardarla come quando si guarda una realtà reattiva, e di lasciarci ispirare da essa. Anche perché, durante gli inverni rigidi della nostra esistenza, dovrebbero esserci il coraggio e i colori di chi ha scelto di non arrendersi. C’è un messaggio altrettanto potente in questo; un messaggio che arriva dritto al cuore: anche quando tutto sembra perduto Alessandro ci insegna che l’arte può salvare e può salvarci.