«La Calabria ha già fatto tanto per l’Italia. Ora è il momento che l’Italia faccia qualcosa per la Calabria». Con queste parole il senatore Francesco Boccia ha infiammato la Sala del Consiglio comunale di Siderno, durante l’incontro promosso dal Partito Democratico con Pasquale Tridico, candidato alla Presidenza della Regione, il senatore Nicola Irto e la sindaca Maria Teresa Fragomeni, dirigente regionale del PD.

Boccia ha ricordato uno dei momenti più drammatici della recente storia italiana, quello della prima ondata della pandemia da Covid-19, per sottolineare quanto la Calabria abbia dimostrato solidarietà e capacità di reazione anche nelle situazioni più difficili. «Tra fine marzo e inizio aprile del 2020 – ha raccontato – il Paese era chiuso, non esisteva un manuale per affrontare l’emergenza e mancavano medici, infermieri, infettivologi e rianimatori. In quel contesto decidemmo di fare un appello per il reclutamento di personale sanitario volontario. Nel giro di 48 ore arrivarono 1.500 adesioni da tutta Italia».

Un dato colpisce ancora oggi: «La Calabria rappresenta circa il 3% della popolazione italiana, quindi ci si sarebbe aspettati circa 45 adesioni. Ne arrivarono invece oltre il doppio, segno della generosità e della determinazione dei calabresi. Molti erano pensionati, molti avevano già fatto esperienze nel settore sanitario e decisero di partire, anche con mezzi militari, per raggiungere le zone più colpite dal virus. Ricordo nonni di 60 e 70 anni che lasciavano le loro famiglie per partire con una valigia e un piccolo bagaglio e andare a lavorare negli ospedali dove ogni giorno morivano decine di persone. Questa è la Calabria».

Il senatore dem ha voluto ribaltare uno stereotipo spesso radicato: «Quando ci si chiede cosa può fare la Calabria per l’Italia, io rispondo che la Calabria ha già fatto tanto. Ora bisogna chiedersi cosa può fare l’Italia per la Calabria. E il governo nazionale ha un dovere nei confronti di questa terra».

Boccia ha poi rivolto dure critiche al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e alla sua gestione: «Occhiuto è stato commissario della sanità per quattro anni e ha fallito. Quando si è trattato di difendere il reddito di cittadinanza nella forma in cui era stato pensato, Occhiuto si è schierato contro. Ha già tradito la Calabria. E quando oggi promette 500 euro, io lo considero un insulto ai calabresi. Perché i calabresi non vogliono elemosine, vogliono certezze, vogliono sapere che i loro talenti potranno tornare e costruire qui il proprio futuro».

La sfida, secondo Boccia, passa da politiche concrete e strutturali, a partire dall’introduzione di un salario minimo regionale: «Il presidente della Regione può imporre nei bandi pubblici il rispetto del salario minimo da parte delle aziende appaltatrici. Lo hanno fatto regioni come l’Emilia-Romagna, e può farlo anche la Calabria. Ma lo farà Occhiuto? Io penso di no, perché si è sempre battuto contro. E allora non abbiamo bisogno di chi ha già dimostrato di non credere nel cambiamento».

Da qui l’appello finale: «Come ha detto Pasquale Tridico, non si tratta solo di tornare a vivere in Calabria, ma di tornare a sperare, a sognare, a partecipare alla ricostruzione di questa terra. E so che possiamo farlo, se saremo uniti e determinati nel costruire un futuro diverso».

telemia